Il gregge del metropolita Onufrij di Kyiv e di tutta l’Ucraina ha una solida posizione civile e l’intenzione di difendersi nei confini della legge. In pochi giorni hanno raccolto un milione di firme contro le leggi discriminatorie e le hanno portate direttamente nell’ufficio del Presidente. Se la pressione da parte delle autorità aumenta, penso che sarà come in Montenegro: la gente ortodossa in milioni scenderà in piazza.  – L’Ortodossia ucraina potrà essere riunita? – La Chiesa locale si basa sulla fede e sulla devozione dei suoi fedeli. Invece lo scisma dipende dalle circostanze politiche. La fede e i sentimenti religiosi sono più duraturi della politica. Dio volendo, le circostanze politiche cambieranno, lo scisma passerà, ma la Chiesa continuerà a vivere. Ogni tentativo di politicizzare la questione sarà vano. Esistono le norme canoniche accettate nell’Ortodossia: assumere gli scismatici spetta a quella Chiesa locale, dalla quale si sono separati, e proprio quella deve accettarli tramite la penitenza. Solo tale riunione sarà solida. Però ci vogliono la conoscenza della situazione e un lavoro tenace e lungo. – Secondo Lei, chi debba organizzare il secondo incontro ad Amman: il Patriarca Teofilo oppure qualcun’ altro dei Primati? Quanto Lei è ottimista riguardo alla partecipazione delle Chiese autocefale a questo incontro? Ci saranno tanti partecipanti e riusciranno a trovare una via verso la riconciliazione? – Mi asterrei dalle valutazioni riguardo al numero dei partecipanti e ai risultati di un nuovo incontro fraterno dei Primati e rappresentanti delle Chise autocefale, se avrà luogo. L’iniziativa dell’incontro precedente che ha avuto luogo ad Amman in febbraio dell’anno scorso apparteneva a Sua Beatitudine il Patriarca Teofilo di Gerusalemme. Penso che sarebbe naturale, se anche il prossimo incontro svolgesse sotto la sua egida. Questo sembra naturale anche perché la Chiesa di Gerusalemme è la Madre di tutte le Chiese, dalla quale tutte le Chiese in qualche modo hanno avuto origine. Nella sua recente lettera ai Primati delle Chiese ortodosse Sua Beatitudine ha ricordato che i partecipanti all’incontro dell’anno scorso si sono messi d’accordo di incontrarsi di nuovo per continuare le conversazioni fraterne. Speriamo che la situazione epidemiologica permetterà di realizzare queste buone intenzioni poiché la crisi profonda nei rapporti interortodossi è un problema che debba essere risolto dagli sforzi comuni di tutte le Chiese ortodosse autocefale. Ci dispiace che la Chiesa di Costantinopoli evita decisamente questo dialogo.

http://mospat.ru/it/news/87095/

1980. Vol. 17. P. 17-27; idem. L " ipogeo degli Aureli in viale Manzoni: Un esempio di sincresi privata//Augustinianum. R., 1985. Vol. 25. N 3. P. 889-903; idem. Un fenomeno di continuità iconografica: Orfeo citaredo, Davide salmista, Cristo pastore, Adamo e gli animali//Ibid. 1988. Vol. 28. N 1/2. P. 429-436; idem. Altre note di iconografia paradisiaca//Bessarione/Accad. card. Bessarionis. R., 1992. Vol. 9. P. 89-117; idem. La catechesi di Pietro: Una scena controversa//Esegesi e catechesi nei padri (secc. II-IV). R., 1993. P. 171-179; idem. Memorie classiche nelle decorazioni pittoriche delle catacombe romane: Continuità grafiche e variazioni semantiche//Historiam pictura refert: Miscellanea in onore di padre Alejandro Recio Veganzones. Vat., 1994. P. 23-66; idem. Dentro e intorno all " iconografia martiriale romana: Dal «vuoto figurativo» all " «immaginario devozionale»//Martyrium in Multidisciplinary Perspective. Leuven, 1995. P. 247-292; idem. Riflessi iconografici del pellegrinaggio nelle catacombe romane: Genesi e primi sviluppi dell " iconografia martiriale a Roma//Akten des XII. Intern. Kongresses für Christliche Archäologie (Bonn, 22-28 Sept. 1991). Vat.; Münster, 1995. Bd. 2. P. 552-558; idem. La Madonna di Priscilla: Interventi di restauro ed ipotesi sulla dinamica decorativa//RACr. 1996. Vol. 72. P. 7-34; idem. I cubicoli dei sacramenti nelle catacombe di S. Callisto//Forma Urbis. R., 1996. Vol. 1. N 10. P. 13-26; idem. L " apparato figurativo delle iscrizioni cristiane di Roma//Le iscrizioni dei cristiani in Vaticano/A cura di I. Di Stefano Manzella. Vat., 1997. P. 173-179; idem. La «coronatio» di Pretestato: Storia delle manomissioni del passato e riflessioni sui recent restauri//RACr. 1997. Vol. 73. P. 7-49; idem. Il lucernario di S. Cecilia: Recenti restauri e nuove acquisizioni nella cripta callistana di S. Cecilia//Ibid. P. 307-339; idem. La pittura paleocristiana//Romana pictura: La pittura dalle origine all " età bizantina. Mil., 1998. P. 33-53; idem.

http://pravenc.ru/text/1681353.html

Tale pratica è in diretta contraddizione con la morale cristiana, con le norme morali che sono alla base dell " insegnamento del Vangelo. L’abbandono delle norme etiche fondamentali rende incerto il confine tra peccato e virtù, priva la persona degli orientamenti morali e la rende impotente di fronte alle proprie passioni. Nella Chiesa evangelica luterana di Finlandia negli ultimi anni si è intensificato il dibattito su queste questioni. La discussione di questi temi nell’ambito del dialogo teologico con la Chiesa ortodossa russa avrebbe potuto dare un contributo allo sviluppo di argomenti pertinenti. Purtroppo, i partner finlandesi non erano pronti a discutere di tali argomenti nel linguaggio della teologia, né in termini di praticità, a partire dalla tradizione comune della Chiesa e dalla dottrina cristiana della moralità. Come ha fatto notare il Patriarca di Mosca e tutta le Rus’ Kirill in occasione dell " incontro con l " arcivescovo Kari Mäkinen, che ha avuto luogo il 2 settembre di quest " anno a Mosca, oggi ognuna delle Chiese si trova ad affrontare una scelta morale grave - se rimanere fedeli a Cristo, oppure eludere la sua vocazione storica, che è quella di condurre gli uomini alla salvezza. La risposta a questa scelta dovrà essere data davanti alle generazioni future e a Dio. Un dialogo teologico su larga scala con la Chiesa evangelica luterana di Finlandia, come è stato nei decenni precedenti, ora sembra impossibile. Tuttavia, la Chiesa ortodossa russa spera di mantenere e sviluppare le relazioni con questa Chiesa relativamente al servizio sociale, al mantenimento della pace e in altri campi. Il 16 settembre nella capitale giordana di Amman ha iniziato i suoi lavori la XIII sessione plenaria della Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica romana. Qual è lo scopo della commissione? Quali domande saranno prese in considerazione alla sessione plenaria della Commissione mista all " inizio dei suoi lavori ad Amman? La Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica romana è stata fondata nel 1979 come una piattaforma per la discussione di questioni teologiche rilevanti per le due Chiese. La Commissione, che è composta da un numero uguale di rappresentanti delle Chiese ortodosse e della Chiesa cattolica romana, ha iniziato la sua attività nel 1980.

http://mospat.ru/it/news/51099/

Fin dal suo inizio,il documento indica che il primato, a ciascuno dei tre livelli della Chiesa, ha fonti diverse. La fonte del primato di un vescovo nella sua diocesi è la successione apostolica trasmessa attraverso la consacrazione episcopale. La fonte del primato a livello dei raggruppamenti regionali di diocesi è “l " elezione del vescovo primate da parte di un Concilio (o Sinodo), che gode della pienezza del potere ecclesiastico”. A livello universale, esiste un primato d " onore che si basa sui sacri dittici, vale a dire l " ordine ufficiale delle Chiese, stabilito dal Concili ecumenici In secondo luogo, il documento di Mosca indica che il primato ha una natura diversa ai tre livelli della Chiesa. Il primato del Vescovo diocesano è chiaramente basato su solidi principi teologici, come quello famoso sottolineato da san Cipriano di Cartagine: “Il vescovo è nella Chiesa e la Chiesa è nel vescovo, e se qualcuno non è con il vescovo, non è nella Chiesa” Il primato a livello regionale è una questione di convenienza canonica, si basa sui canoni della Chiesa, in particolare sul già citato Canone Apostolico 34. Per quanto riguarda il “primato universale”, non c " è alcun canone, né alcun testo dei padri che lo descriva Esistono solo i canoni che stabiliscono la taxis (ordine) per i cinque grandi patriarcati. Tale taxis implica che uno debba essere il primo, ma non fornisce alcuna indicazione circa le sue prerogative rispetto agli altri quattro patriarchi. E’ sulla base di queste considerazioni che il documento di Mosca insiste sul fatto che le “funzioni del primus sui vari livelli non sono identiche e non possono essere trasferite da un livello all " altro”. Il documento spiega che “il trasferimento delle funzioni del ministero del primato, dal livello di una diocesi al livello universale, significa riconoscere una particolare forma di ministero, quella di un " gerarca universale " che goda del potere di magistero e amministrativo sull’intera Chiesa universale. Tale riconoscimento, in quanto elimina l " eguaglianza sacramentale dei vescovi, porta alla comparsa di una giurisdizione di un primo gerarca universale, che non è mai menzionato, né nei sacri canoni, né nella tradizione patristica”

http://mospat.ru/it/news/50932/

“La Russia e l’India sono civiltà con una grande cultura, un grande potenziale intellettuale, umano e culturale. La Russia e l’India oggi sono partner reali che non cercano di arricchirsi a spese dell’altro, di sfruttare i punti deboli dell’altro, ma onestamente cooperano nelle sfere di politica e di economica. Perciò abbiamo il fattore positivo per lo sviluppo anche dei rapporti bilaterali religiosi”, ha constatato il Patriarca Kirill. Da parte sua, Sua Santità il Catolicos Basile Mar Tommaso Matteo III ha ringraziato il Primate della Chiesa russa per l’ospitalità. “Sono molto lieto di essere qui oggi”, si è rivolto egli al Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’. “Questo mi fa ricordare i tempi che ho trascorso a Leningrado, quando Lei, Santità, faceva il rettore dell’Accademia teologica di leningrado. Ricordo molto bene gli anni dei miei studi. Allora, per la prima volta andai all’estero, e la Russia fu il primo paese che visitai. La Russia è diventata per me la seconda patria e lo rimane finora”. L’illustre ospite ha testimoniato che in India cresce la venerazione dei santi della Chiesa ortodossa russa, per esempio, di san Serafino di Sarove della beata Matrona di Mosca. “Il mio predecessore, Sua Santità il Catolicos Paolo II di beata memoria, venerava molto santa Matrona di Mosca. Ci sono tanti altri vescovi e sacerdoti, anche laici, che hanno cominciato a venerare santa Matrona”, ha detto Sua Santità il Catolicos. “Veneriamo anche la memoria del professore Nikolaj Zernov che è diventato un ponte tra la Chiesa ortodossa russa e le antiche Chiese Orientali. Durante i miei studi a Leningrado, ho conosciuto anche il metropolita Nikodim (Rotov) che mi ha fatto un’impressione indelebile”, ha detto il Primate della Chiesa malankarese. Sua Santità il Catolicos ha ringraziato la Chiesa ortodossa russa per il dialogo bilaterale, una parte importante del quale è la collaborazione accademica che viene realizzata con successo: attualmente due rappresentanti della Chiesa malankarese sono studenti dell’Accademia teologica di San Pietroburgo.

http://mospat.ru/it/news/90712/

I cinque " patriarcati dell " ecumene "   Allo stesso Concilio di Calcedonia fu presa un " altra decisione importante. La Città Santa di Gerusalemme fu definitivamente separata in uno speciale distretto ecclesiastico. Si formarono così le cinque principali cattedre dell " Impero Romano, ai cui primati fu assegnato il titolo di patriarca: Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme. Le loro aree di giurisdizione differivano notevolmente dalla divisione amministrativa: dall " intero Impero d " Occidente con la prefettura dell " Illirico (Roma) ad alcune piccole province (Gerusalemme). Tuttavia, l " enorme " Patriarcato d " Occidente " era una finzione convenzionale: nel V secolo, l " Impero Romano d " Occidente cessò di esistere e il controllo di Roma sulle strutture ecclesiastiche dei regni barbari, che sorsero sulle sue rovine, era illusorio. Inoltre, la Chiesa nell’ Africa Latina proibiva esplicitamente gli appelli " oltreoceano " , cioè a Roma (Canoni di Cartagine 32, 37, 118, 139), mentre l’arcivescovo di Aquileia (Grado, Venezia) rivendicava il titolo di patriarca.  L " imperatore Giustiniano il Grande si riferisce a Roma e Costantinopoli come alle cattedre principali dell " impero (editto del 533; 131° novella del 545), e riduce la pienezza della Chiesa cattolica e apostolica al consenso dei cinque " santissimi patriarchi dell " ecumene " e dei vescovi a loro subordinati (109° novella del 541). Allo stesso tempo, il titolo onorifico di " Patriarca ecumenico " è stato aggiunto nel titolo dell’arcivescovo di Costantinopoli, il che ha sottolineato lo status di Nuova Roma come di uno dei patriarcati dell " universo ( " ecumene " , come era solennemente chiamato l " Impero Romano). Va tenuto presente che la divisione della Chiesa in cinque patriarcati non era assoluta: non teneva conto né dell’autocefala Chiesa del Cipro, né della sede particolare dell " arcivescovo della città nativa di Giustiniano, Giustiniana (fondata nel 545 dallo stesso imperatore), per non parlare delle Chiese fuori dall " impero.

http://mospat.ru/it/authors-analytics/59...

“Eppure, spesso nella storia della Chiesa ci sono stati casi, quando le situazioni di crisi stimolavano uno studio più approfondito della dottrina e delle varie questioni della vita ecclesiale pratiche. Sono convinto che abbiamo bisogno di un’analisi teologica di ciò che succede oggi nell’Ortodossia universale”. Sua Santità ha formulato i compiti principali del simposio appena cominciato. Fra essi un’analisi delle cause ecclesiologiche della crisi attuale. “È necessario paragonare la comprensione del primato e della sinodalità articolata oggi da Costantinopoli con la comprensione originale stabilita nella Tradizione della Chiesa. È la cosa più importante: possiamo verificare l’erroneità della posizione di Costantinopoli solo paragonandola con quello che ha sempre avuto luogo nella Chiesa ortodossa per quanto riguarda il ruolo e il significato del primo”, insiste Sua Santità il Patriarca. Egli reputa necessario anche valutare teologicamente e canonicamente gli atti derivati dalla concezione sbagliata del primato. “Penso che per tale valutazione sia importante considerare dettagliatamente anche il contesto politico della “concessione dell’autocefalia” alla così detta “Chiesa ortodossa in Ucraina”, cioè una struttura scismatica, con la quale il Patriarca di Costantinopoli ha cercato di sostituire la Chiesa ortodossa ucraina realmente esistente, una Chiesa che ha più di 12 mila parrocchie, più di 250 monasteri, i cui fedeli sono milioni di ucraini ortodossi”, ha detto il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’. Sua Santità il Patriarca ha particolarmente sottolineato che nei confronti dello scisma apparso nell’Ortodossia mondiale la Chiesa ortodossa russa, per la misericordia di Dio, rimane unita e consolidata. “Anzi, gli eventi successi in Ucraina a causa dell’interruzione illegale di Costantinopoli sul territorio canonico della Chiesa ortodossa ucraina hanno aiutato molti nella nostra Chiesa a comprendere meglio il dono di unità che abbiamo ereditato dalla nostra storia millennaria”, ha detto lui.

http://mospat.ru/it/news/88041/

L’arcivescovo Serafim ha offerto alla chiesa dell’icona della Madre di Dio «Gioia di tutti gli afflitti» un frammento delle reliquie di San Nicola del Giappone, uguale agli Apostoli. Nel rivolgersi ai fedeli, il metropolita Hilarion ha parlato della calamità che ha colpito il Giappone due anni fa, uccidendo molte persone e distruggendo diverse chiese delle diocesi di Sendai, guidate dall’arcivescovo Serafim, e della raccolta di fondi realizzata allora dalla Chiesa ortodossa russa per aiutare la Chiesa ortodossa autonoma del Giappone nel restauro delle chiese danneggiate. «Le chiese, con l " aiuto di Dio, sono state restaurate, e siamo contenti di aver contributo a quest’opera». Il metropolita Hilarion ha anche ringraziato l " arcivescovo Serafim per l " inestimabile dono della reliquia di San Nicola del Giappone. Parlando di questo santo, glorificato come uguale agli Apostoli, egli ha ricordato che, come i santi apostoli hanno creato le prime comunità cristiane, così San Nicola del Giappone ha predicato il cristianesimo in Giappone. È attraverso i suoi sforzi che «oggi la Chiesa ortodossa giapponese è una figlia prediletta della Chiesa ortodossa russa. Essa gode dello status di Chiesa autonoma; il servizio viene svolto in giapponese e onora il suo fondatore, San Nicola del Giappone, uguale agli Apostoli». In ricordo della comune celebrazione, il metropolita Hilarion ha regalato all’arcivescovo Serafim un’icona della Madre di Dio «Gioia di tutti gli afflitti» dicendo: «Noi preghiamo che disastri come quello recente non si ripetano mai più nella vita del Vostro gregge e che la Madre di Dio, gioia di tutti gli afflitti, possa aiutarvi nelle vostre fatiche apostoliche e missionarie nelle isole giapponesi». Stampa la pubblicazione Condividere: Patriarca Dichiarazione di Sua Santità il Patriarca Kirill in relazione alla ripresa delle ostilità nel Nagorno-Karabakh 19.09.2023 Hanno avuto luogo le trattative di Sua Santità il Patriarca Kirill con il Primate della Chiesa malankarese 06.09.2023

http://mospat.ru/it/news/51779/

Dopo il canto di Trisaghion, il metropolita Antonij ha proclamato: “La Divina grazia che guarisce le malattie, ricolma ciò che è impoverito e provvede per le sue Sante Chiese ortodosse, intronizza sulla sede di san Nicolaj di Giappone il nostro padre Serafim, Eccellentissimo Arcivescovo della città di Tokyo e Metropolita di tutto il Giappone, nel nome del Padre. Amen . E del Figlio . Amen . E dello Spirito Santo . Amen ”. Proclamate le ultime parole e cantato “Axios”, i due chierici più anziani della Chiesa ortodossa giapponese, l’arciprete Mark Koyke e l’arciprete Pavel Oykawa, hanno tre volte intronizzato il Metropolita Serafim sulla sede arcivescovile, dopo di che il metropolita Antonij ha imposto sull’Arcivescovo due panaghie e una croce – i doni di Sua Santitàil Patriarca Kirill. Dopo la liturgia, il Presidente del Decr ha consegnato al neoeletto Primate della Chiesa giapponese il mantello da metropolita di color azzurro, il cappello bianco e, dopo la recita di una preghiera speciale, il pastorale. In seguito, il metropolita Antonij ha letto il messaggio di auguri di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ e ha donato all’Arcivescovo Serafim i paramenti pontificali. Nel suo discorso, il Metropolita Serafim ha espresso la sua cordiale gratitudine a Sua Santità per la sua sollecitudine paterna per la Chiesa ortodossa giapponese e al metropolita Antonij per la sua partecipazione all’intronizzazione e l’aiuto da parte del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne nonché ha particolarmente sottolineato l’importanza di mantenere l’unità dei fedeli ortodossi del Giappone con la Chiesa-Madre. Poi l’Arcivescovo Serafim ha ricevuto gli auguri del clero e dei parrocchiani. Finita la celebrazione, ha avuto luogo un ricevimento festivo.   Stampa la pubblicazione Condividere: Patriarca Dichiarazione di Sua Santità il Patriarca Kirill in relazione alla ripresa delle ostilità nel Nagorno-Karabakh 19.09.2023 Hanno avuto luogo le trattative di Sua Santità il Patriarca Kirill con il Primate della Chiesa malankarese 06.09.2023

http://mospat.ru/it/news/90916/

Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per le relazionie eclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha aperto la conferenza con una relazione intitolata “San Nicola del Giappone e Sant " Innocenzo di Mosca –  santi che legano i popoli”. Rivolgendosi ai presenti, Sua Eminenza ha sottolineato: “L " incontro odierno permette di ritornare alle sorgenti spirituali dei rapporti tra la Russia, il Giappone e l’America, i paesi della regione Pacifica; rapporti che sono fondati sulla fede ortodossa, portata in questa parte del mondo dai missionari russi. Il nostro incontro si svolge in Giappone nell " anno del 220º anniversario della nascita di un figlio fedele della Chiesa ortodossa russa, un grande missionario, chiamato apostolo della Siberia e dell " America per il suo lavoro missionario, Sant’ Innocenzo di Mosca. È stato Sant’ Innocenzo, che dopo quarant " anni del suo servizio apostolico è riuscito a mostrare all " allora ventiquattrenne ieromonaco Nicola (Kasatkin), in che direzione lavorare, su che cosa concentrarsi nel proprio ministero,  perché il servizio al popolo giapponese dia buoni frutti. Sant’Innocenzo iniziò il suo cammino missionario nell " anno 1823, quando era ancora sposato. Allora il prete Ivan Veniamonov, non temendo le difficoltà, si recò, insieme alla sua famiglia, nel lontano continente nordamericano per evangelizzare la popolazione locale. Il Signore gli ha dato non solo sette figli, ma anche decine di migliaia di figli spirituali, da lui illuminati con la luce della fede di Cristo. Predicando il Vangelo tra le minoranze etniche,  nello stesso tempo studiava le loro culture e le loro lingue, la loro vita quotidiana e le loro religioni, e così creò sulla base dell " alfabeto cirillico l " alfabeto aleutino, scrisse il primo dizionario aleutino, formulò le basi della grammatica di questa lingua e tradusse in aleutino il Vangelo, il catechismo con delle preghiere e i canti ecclesiastici più importanti. Dopo la morte della moglie l " arciprete Ioann Veniaminov nell " anno 1840 divenne monaco con il nome di Innocenzo e fu successivamente ordinato vescovo, continuando il servizio di evangelizzazione dei popoli della Kamatka, delle isole Aleutine, dell " America del Nord, della Jacuzia e della regione di Chabarovsk. Dedicò più di mezzo secolo alle fatiche apostoliche nelle dure condizioni del Nord, correndo grandi pericoli per la vita.

http://mospat.ru/it/news/48047/

   001    002    003    004    005    006    007    008    009   010