Probabilmente, l’affitto si fermò durante la Prima guerra mondiale. Il sostegno da parte del governo russo svolse un ruolo favorevole nella conversione di una parte degli uniati e delle comunità non calcedonesi del Medio Oriente all’Ortodossia. Questo processo cominciò ancora nella metà del XIX secolo. Particolarmente famosa è l’unione di alcune migliaia di nestoriani della Turchia Orientale alla Chiesa ortodossa russa nel 1898. Questo evento spinse delle piccole comunità della Mesopotamia e della Siria a rivolgersi al Santo Sinodo russo con richieste analoghe. La loro adesione alla Chiesa russa fu impossibile sia per le ragioni politiche che per quelle canoniche; però i diplomati russi fornirono tutta l’assistenza possibile per la loro unione con il Patriarcato d’Antiochia. Nei primi anni del ХХ secolo il vescovo siriaco non calcedonese Boutros (Pietro) di Homs (Emessa) si rivolse prima al Patriarca Melezio e dopo la sua morte nel 1906 al Patriarca Gregorio IV con la richiesta di essere ammesso nella Chiesa ortodossa antiochena. Tutte le sue azioni il vescovo Pietro le coordinava con il console russo. Il 14 luglio 1910 si svolse l’ammissione del vescovo Pietro con il titolo di vescovo di Sadad; il rito e i costumi della sua comunità rimanevano gli stessi. Il vescovo Atanasio di Homs (Emessa) cui d’allora si sottomise la comunità non esitò di chiedere al governo russo una somma annuale di 5000 rubli per sostenere i cristiani appena ammessi e il loro vescovo. Il Santo Sinodo russo deliberò impossibile soddisfare la richiesta; invece, fu assegnata una tantum di 1000 rubli. Tuttavia, la Chiesa russa nel dicembre dello stesso anno continuò a finanziare le scuole della diocesi di Homs con 700 rubli annuali ancora per tre anni, cioé dal 1910 al 1912. Dai primi anni del suo patriarcato Gregorio IV cercò la possibilità di visitare la Russia e di essere presentato all’imperatore. Per rafforzare i rapporti con la Russia il Patriarca suggerì di fondare un museo delle “antichità antiochene” a San Pietroburgo e di portarci gli oggetti più preziosi della sua diocesi.

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L’imperatore Pietro il Grande abolì il patriarcato e diede inizio al cosiddetto periodo sinodale della storia della Chiesa ortodossa russa. A partire dall’abolizione del patriarcato e dalla creazione nel 1721 del Santissimo sinodo governante – di fatto un ministero [inserito] nella struttura degli organi di amministrazione statale, con a capo un laico, l’ ober-prokuror – iniziò il periodo della secolarizzazione e della sottomissione della Chiesa allo Stato. Il 1917 fu un anno cruciale, sia per la Chiesa russa, sia anche per tutto l’impero russo, che segnò l’inizio del caos e dell’orrore della guerra civile, una guerra di tutti contro tutti. In Russia si compirono allora pienamente le parole di Cristo: « Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato » (Mt 10, 21-22). Il Concilio della Chiesa Russa del 1917-1918, svoltosi sullo sfondo del crollo di tutto l’assetto statale e sociale, ristabilì nella Chiesa il patriarcato un tempo soppresso. Il potere sovietico pubblica nel 1918 il «Decreto sulla libertà di coscienza e le associazioni ecclesiastiche e religiose», che afferma il principio della separazione della Chiesa dallo Stato e dalla scuola. Le organizzazioni religiose sono private dello status di personalità giuridica, non hanno il diritto di possedere proprietà, di raccogliere offerte. La prima Costituzione sovietica del 1918 pone il clero e i monaci tra gli elementi non lavoratori, privati dei diritti elettorali. I figli dei preti sono privati del diritto di accesso agli istituti di livello universitario. Il potere, nella persona di Lenin, e in seguito di Stalin che ne prese il posto, dà avvio a repressioni di dimensioni senza precedenti del proprio popolo, di cui furono vittime milioni di persone. La Chiesa è sottoposta a una devastazione quasi totale: vescovi e preti sono fucilati senza processo e senza istruttoria, le chiese sono fatte saltare, le scuole teologiche e i monasteri sono chiusi.

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Il metropolita Hilarion ha messo in luce la fedeltà di Sant " Innocenzo alla chiamata missionaria fino alla fine della sua vita: “ Aveva più di settant’anni, quando fu trasferito nella diocesi di Mosca, ma anche lì non abbandonò la sua cura per la missione. Grazie al supporto del santo nel 1870 fu fondata la missione ortodossa in Giappone con a capo l " archimandrita Nicola (Kasatkin), in seguito canonizzato. Nello stesso anno su domanda del metropolita Innocenzo furono fondate la  diocesi di Jakutsk e di Viljujsk, insieme a quella  delle isole Aleutine e dell’ Alaska. Sant’Innocenzo capiva la necessità del servizio episcopale nei nuovi territori missionari, sui quali veniva costruito l " invisibile edificio della Chiesa di Cristo,  e perciò lavorava per la fondazione di una diocesi anche in Giappone e per la nomina dell " archimandrita Nicola (Kasatkin) come vescovo di quest’ultima, però morì pochi mesi prima di vedere i suoi lavori coronati dal successo nel 1879. Parlando della vita dei due santi, il Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca ha sottolineato il loro contributo alla conoscenza scientifica della cultura e delle tradizioni dei paesi dove il Signore li mandò a predicare la parola di Dio. “ San Nicola in una lettera a Sant’ Innocenzo scriveva:  “Da molti anni mi attrae la scienza - la storia e la letteratura giapponese, che sono tesori ancora non toccati: si può prenderli a manciate, ma saranno lo stesso cose nuove ed interessanti per l " Europa. Così, il lavoro non sarà invano”.  Infatti, i lavori di San Nicola sono diventati una novità nell’orientalistica russa  e un salto di qualità per le ricerche di quell " epoca”,  ha notato il metropolita. Però la predicazione era una priorità assoluta, ha sottolineato il metropolita: “San Nicola faceva tutto ciò che era possibile, ma anche ciò che pareva impossibile perché i giapponesi creassero un loro mondo spirituale, una loro chiesa. In questo suo desiderio si vede la continuità con la scuola missionaria di Sant " Innocenzo (Veniaminov), i tratti caratteristici della quale erano apertura, accessibilità, semplicità della comunicazione e tolleranza in relazione alla gente,  nonché voglia di dare spazio alla sua creatività e  alle sue idee.

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Infine, nell’aprile 2017 sotto l’egida del Consiglio presidenziale per la cooperazione con le istituzioni religiose è stato istituito un gruppo di lavoro di cui fanno parte delegati di confessione cristiana e musulmana. Tra le sue attività la raccolta di generi di prima necessità e medicine che in giugno sono stati inviati in Siria. Tutti i partecipanti al progetto intendono continuarlo nel prossimo futuro. Tornando ai rapporti tra cattolici e ortodossi, qual è a suo avviso il più grande ostacolo che ancora si pone tra le due Chiese? La questione più delicata nelle relazioni tra le nostre Chiese è l’”unia”, che da secoli danneggia pesantemente i rapporti tra ortodossi e cattolici (si definiscono uniate le chiese orientali con rito proprio che, in età moderna, ristabilirono la comunione con la Chiesa di Roma, ndr). Nella dichiarazione comune di Papa Francesco e del Patriarca Kirill si sottolinea che «il metodo dell’uniatismo del passato, inteso come unione di una comunità all’altra, staccandola dalla sua Chiesa, non è un modo che permette di ristabilire l’unità». Oggi è possibile osservare le conseguenze devastanti dell’unia per l’Ortodossia nelle azioni provocatorie e aggressive della Chiesa greco-cattolica ucraina, cresciute di intensità dopo i fatti di Kiev del febbraio 2014. Negli ultimi anni abbiamo ascoltato dalla dirigenza uniate una gran quantità di dichiarazioni politicizzate e aggressive, offensive nei confronti della Chiesa ortodossa russa e del suo Rappresentante. Assistiamo a un’espansione del proselitismo, che si manifesta nella formazione di nuove strutture canoniche della Chiesa greco-cattolica ucraina nelle terre tradizionalmente ortodosse nel Sud e nell’Est dell’Ucraina. Ci sono stati chiari inviti alla violenza e tentativi di esproprio di chiese ortodosse da parte degli uniati. Questi attacchi non possono certo aiutare la comprensione e la fiducia tra la Chiesa ortodossa russa e quella cattolica romana. E tuttavia non perdiamo la speranza di poter trovare in futuro una soluzione a questi gravi problemi. Siamo anche riconoscenti a Papa Francesco per la comprensione che ha della posizione del Patriarcato, e la sua disponibilità a una collaborazione costruttiva.

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Come l " apostolo Paolo, che fu accecato dalla luce divina quando Cristo gli apparve, anche Vladimir perse la vista, ma poi la recuperò quando fu battezzato. Non solo recuperò la visione fisica, ma soprattutto acquistò una visione spirituale. Sappiamo che la vita del principe cambiò: dapprima era un uomo duro e, secondo gli standard di oggi, immorale, anche se il concetto di moralità allora era molto diverso. Ma dopo che il Signore illuminò il suo sguardo spirituale con la luce della fede cristiana, il granprincipe Vladimir cambiò il suo modo di vivere e di relazionarsi con le persone. Non voleva condannare nessuno alla pena di morte per non commettere peccato. E questo in un periodo in cui la vita umana valeva poco, quando si condannava a morte qualcuno per qualsiasi motivo. Il santo principe Vladimir ci mostra l " esempio di un uomo che si orientò a Cristo e a lui dedicò tutta la sua vita. Ecco perché lo celebriamo come isoapostolo, cioè uguale agli apostoli: l’impresa che ha compiuto è simile a quella degli apostoli, che sono andati nelle terre pagane ed hanno educato diversi popoli attraverso la luce della fede cristiana. In questi giorni di Quaresima, che precedono la festa della santa Pasqua, noi riflettiamo con un sentimento particolare sul destino della nostra Patria. E oggi, nel giorno di lode della Santa Madre di Dio, dovremmo riflettere sul fatto che, se non ci fosse stato il santo principe Vladimir, probabilmente non ci sarebbe nemmeno questo sorprendente senso di gratitudine del popolo russo per la Beata Vergine Maria, che è per noi Mediatrice, Patrona, Protettrice. Il principe Vladimir ha dato al nostro popolo non solo Cristo, ma anche la Santissima Madre di Dio. Non è un caso che fin dalla fase iniziale di diffusione del cristianesimo nella Rus’ il nostro popolo abbia amato in modo speciale la Madre di Dio. Non c’è nessun altro popolo, nessun altro paese al mondo in cui si venerino così tante immagini miracolose della Regina del Cielo: mi riferisco alle icone della Madre di Dio di Kazan, Vladimir, Smolensk, «Gioia di tutti i sofferenti», «Gioia inaspettata» e molte, molte altre. Quasi ogni giorno del calendario della Chiesa è dedicato alla memoria della Beata Vergine Maria, o all’apparizione miracolosa delle Sue icone.

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Da parte sua il metropolita di Antonij di Volokolamsk ha ricordato ai presenti il programma di scambio studentesco che è diventato un elemento tradizionale del dialogo bilaterale. Il metropolita ha sottolineato che nel convento della Presentazione della Vergine a Tolga, nella metropolia di Yaroslavl, hanno soggiornato le monache del monastero della Vergine di Betlemme nella città di Ernakulam in India, con l " obiettivo di studiare l " esperienza monastica della Chiesa ortodossa russa e di applicarlo ulteriormente nelle case monastiche indiane. Importante è stata anche la partecipazione del direttore dell " ospedale Santula Trust, padre Eduard George Puttanila, alla quinta conferenza internazionale sulla cura pastorale dei malati di mente, proiettando una visione contemporanea dell " esperienza religiosa come norma e come patologia e definendo i limiti di collaborazione tra Chiesa e psichiatria. La conferenza si è tenuta presso il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. Sottolineando l " importanza dell " interazione in vari forum internazionali come il Consiglio Mondiale delle Chiese e la Conferenza Cristiana dell " Asia, il presidente del DECR ha espresso gratitudine alla gerarchia della Chiesa malankarese per essersi pronunciata in difesa della Chiesa ortodossa ucraina che sta subendo persecuzioni da parte delle autorità ucraine. Degna di nota è stata anche la collaborazione nel campo dei media, tra cui la ripresa in inglese per il canale televisivo Spas di un documentario sulla vita del santo apostolo Tommaso e la sua eredità in India. Il film è stato un successo tra il pubblico sia in Russia che in India. Cresce anche tra i cristiani indiani la venerazione dei santi russi, in particolare della beata Matrona di Mosca, la cui vita sono è stata tradotta nella lingua malayalam.   Un risultato significativo dello sviluppo delle relazioni interconfessionali è stata la visita in Russia del Primate della Chiesa Malankarese Sua Santità il Catholicos Basilio Mar Tommaso Matteo III e il suo incontro con Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill.

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Accettare Il sito utilizza i cookie per aiutarvi a visualizzare le informazioni più aggiornate. Continuando ad utilizzare il sito, l " utente acconsente all " uso dei metadati e dei cookie. Gestione dei cookie Una delegazione degli igumeni e monaci dei monasteri d’Egitto è arrivata in Russia Il 23 agosto 2021, sull’invito di Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, è arrivata a Mosca una delegazione degli igumeni e monaci dei monasteri della Chiesa copta che inizia un pellegrinaggio nei monasteri ortodossi della Russia. Questo viaggio si svolge nel contesto dello sviluppo del dialogo fra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa copta nell’ambito dell’attività di una Commissione speciale per il dialogo inter-ecclesiale e fà parte del programma di visite reciproche dei rappresentanti del monachesimo russo e di quello copto, che si realizza negli ultimi anni. Fanno parte della delegazione: l’igumeno del convento della Madre di Dio a El-Muharrak (provincia di Asyut) vescovo Vukol, capo della delegazione; l’igumeno del monastero dei santi Tommaso e Vittore a Hadab (provincia del Sud Sinai) vescovo Saverio; l’igumeno del monastero della Madre di Dio ad Ahmim (provincia di Sohag) vescovo Matteo; l’igumeno del monastero di san Paisio il Grande nel deserto di Nitria vescovo Agato; il primo vicario patriarcale al Cairo vescovo Michele; il segretario del Patriarca, monaco del monastero di san Paisio il Grande nel deserto di Nitria ieromonaco Kirill Amba Bishoi e altri. All’aeroporto internazionale di Domodedovo gli ospiti sono stati ricevuti dal presidente del Dipartimento sinodale per i monasteri e il monachesimo della Chiesa ortodossa russa metropolita Feognost di Kashira, dal segretario per le relazioni inter-cristiane del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) ieromonaco Stefan (Igumnov), dal rappresentante della Chiesa copta in Russia ieromonaco Daud El-Antoni e dai collaboratori del Decr ierodiacono Petr (Ahmatchanov), S. G. Alferov, D. E. Arakeljan e R. D. Ruban.

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Prima del convegno, il metropolita Hilarion ha avuto un incontro con il capo del Dipartimento di cooperazione interregionale, politiche nazionali e relazioni con le organizzazioni religiose di Mosca Y. Artyukh, durante il quale le due parti hanno scambiato opinioni sulla situazione nel campo delle relazioni interreligiose nella capitale russa. Y. Artyukh ha aperto il forum leggendo il saluto del sindaco di Mosca S. Sobyanin. Il sindaco della capitale, in particolare, ha dichiarato: «Mosca è una città con una popolazione composta da seguaci di differenti tradizioni religiose, ma nonostante tutte le differenze esistenti, ci sono i presupposti per la comprensione e l " interazione. Essi sono il senso di appartenenza al Paese, l " unità dei valori morali e la responsabilità per quello che accade nel Paese». Il sindaco ha espresso fiducia che nel corso del dibattito si costituisca la base per una cooperazione produttiva tra le organizzazioni religiose e le autorità al fine di rafforzare i fondamenti spirituali e morali della società, mantenere la pace interreligiosa e la lotta contro l " estremismo. Il metropolita Hilarion ha rivolto ai partecipanti del forum un saluto a nome di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill. «Sua Santità non è solo il Primate della Chiesa ortodossa russa, ma anche il vescovo della città di Mosca, e così ha a cuore tutto ciò che accade nella nostra città e, naturalmente, presta particolare attenzione all " interazione tra i membri dei diversi gruppi e tradizioni religiose, che sono residenti in questa città, abitata da milioni di persone», ha detto. Il presidente del Decr ha espresso la speranza che il forum «Religioni e mondo» sia il primo ma non l " ultimo di una serie di riunioni di esperti per aiutare a risolvere i problemi di cooperazione e convivenza interreligiosa, per aumentare il livello di istruzione in materia religiosa e promuovere la pace e l " armonia nella società. A nome del Mufti Ravil Gaynutdin, presidente del Consiglio dei Mufti della Russia, ha rivolto i saluti al pubblico il suo vice Rushan Hazrat Abbyasov.

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Il metropolita Anastasij ha poi aggiunto che la liturgia dava inizio alle celebrazioni dedicate al 1000° anniversario del trapasso del santo principe Vladimir, uguale agli Apostoli nella diocesi di Kazan’. Il capo della metropolia del Tatarstan ha presentato in dono all’illustre ospite l " immagine della Madre di Dio e gli ha augurato forza nel suo ministero. In risposta, il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion, ha detto: «Eminenza, caro metropolita Anastasij! Eccellenza, vescovo Mefodij! Reverendo igumeno Mark e fratelli di questa santa dimora, cari padri, fratelli e sorelle! Prima di tutto vorrei trasmettere a tutti Voi la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill. Con la benedizione di Sua Santità il Patriarca durante tutto l’anno 2015 in tutte le metropolie della Chiesa ortodossa russa si celebra il 1000° anniversario del trapasso del santo principe Vladimir, uguale agli Apostoli. La metropolia di Kazan’ per prima inizia una lunga serie di celebrazioni, che dureranno fino alla fine di questo anno solare. La memoria del santo principe Vladimir è sacra per ogni russo. È difficile immaginare quale sarebbe stato il destino della nostra Patria se egli non avesse scelto la fede ortodossa, prima di tutto per se stesso, poi per il popolo russo. Il Battesimo della Rus’, che è dovuto a lui, è stato un punto di svolta nella storia della nostra Patria. Da questo momento in poi nelle grandi distese della Santa Rus è iniziata la predicazione dell " Ortodossia. Nel corso dei secoli, in diverse regioni del nostro Paese i fedeli ortodossi hanno convissuto fianco a fianco con rappresentanti di diverse religioni - islam, ebraismo, buddismo - che noi chiamiamo tradizionali per la nostra Patria. Ma il cristianesimo ortodosso è stata la forza spirituale che ha aiutato gli abitanti della nostra terra a diventare il popolo russo. Nel ricordare tutto il cammino millenario percorso dalla nostra Patria e dalla nostra Chiesa dopo il santo principe Vladimir, noi siamo grati a questo uomo, che a suo tempo compì un’impresa gloriosa: tra il paganesimo, l " idolatria, a dispetto di tutto ciò che era imposto dalla realtà circostante, ha fatto una scelta coraggiosa per quei tempi, ha scelto il cristianesimo e ha ricevuto il santo Battesimo.

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Nelle riunioni del Consiglio Supremo della Chiesa abbiamo spesso parlato dell " integrazione degli immigrati. Su incarico del Patriarca, abbiamo realizzato un manuale per gli immigrati provenienti dalla Cina. Non è un libro di catechismo, né un manuale di storia della Chiesa. Si tratta di un testo che parla soprattutto del nostro Paese e della sua cultura, che si basa sui valori cristiani, e del ruolo della Chiesa nella vita culturale, sociale e politica della Russia.   T. Bazhan: Dal 1 gennaio di quest " anno, tutti i cittadini stranieri che intendono svolgere attività lavorative sul territorio del nostro Paese, così come i cittadini stranieri che desiderano ottenere un permesso di soggiorno temporaneo o definitivo, sono tenuti a sostenere un esame di lingua russa, storia russa e basi della legislazione della Federazione russa. Perciò è molto importante e di grande attualità che sia stato preparato questo manuale, tanto più, rivolto a un particolare gruppo etnico. Non molto tempo fa, sotto l " egida del Dipartimento sinodale per il dialogo tra Chiesa e società, è stato realizzato un altro libro, più universale e orientato a quegli immigrati che svolgono i lavori più umili, ai quali Lei si è già riferito (provenienti soprattutto dall’Asia centrale e dal Caucaso). I primi corsi di russo per immigrati, realizzati in collaborazione con la Chiesa, sono iniziati nella regione di Stavropol. Al primo corso per immigrati quelli che si sono iscritti appartenevano a diverse confessioni cristiane. Ma poi è venuto un grande gruppo di cittadini dell " Afghanistan, musulmani. E hanno frequentato questi corsi con gran profitto.   Metropolita Hilarion: Nessuno ha tentato di convertirli all’Ortodossia…   T. Bazhan: Nessuno. Questi corsi non sono un’attività missionaria. Si tratta realmente di una formazione culturale e gli studenti, che restano musulmani (durante le lezioni nessuno cerca di ingerirsi nel loro mondo spirituale interiore), apprendono che la Russia non è una strana entità politica, nata come un fungo vent " anni fa, ma un Paese con una cultura grande e originale, che conta più di mille anni. Il nostro Paese è una comunità di un numero enorme di popoli che vivono sul suo territorio.

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