Evidentemente, il più grande merito storico dell’imperatore Costantino risiede nel tentativo cosciente di sintesi di una nuova forma di Stato fondata sulle norme evangeliche. Era poco probabile che questo esperimento potesse concludersi con successo, poiché «nessuno versa vino nuovo in otri vecchi» (Mc 2,22). Lo statalismo pagano di Roma con l’aspirazione gli era propria all’assoluto controllo non fu eliminato negli Stati cristiani che le succedettero. Eppure i vecchi otri dello Stato romano permisero alla Chiesa di rivelarsi in pienezza nel suo servizio a migliaia di generazioni, di mettere a frutto i suoi doni benefici nella storia, di esercitare un’influenza nella formazione di molte culture e tradizioni. Noi recepiamo l’eredità del cristianesimo prevalentemente alla luce della sua evoluzione storica nel periodo seguito all’editto di Milano. Il «matrimonio» tra la Chiesa e lo Stato, sebbene si dimostrasse non eterno in forza dell’eterogeneità dei «partner», tuttavia, diede alla storia europea tale vettore di sviluppo, il cui rigetto significherebbe la morte della civiltà del nostro continente. In questo contesto la lezione storica dell’editto di Milano diviene estremamente preziosa. Mostra che un nuovo ciclo di sviluppo della civiltà deve basarsi su una libertà che poggi su solidi fondamenti etici. Proprio da tale libertà devono formarsi anche tutti gli altri tipi di libertà; da essa sorge pure lo Stato estraneo al totalitarismo. In caso contrario, la libertà diventa nuovamente solo un valore dichiarato ufficialmente ma astratto, mentre l’ideologia liberale riduce in schiavitù l’uomo e lo rende come uno zombi, similmente a quanto faceva l’ideologia irreligiosa nel passato recente. Nel IV secolo la Chiesa, per la prima volta nella sua storia, iniziò a integrarsi nella società civile, i cristiani per la prima volta sentirono la possibilità di mettere in pratica la propria fede e le proprie convinzioni per il bene della propria patria terrena. La forza della teologia cristiana – della teologia della salvezza e della resurrezione, della teologia del Regno di Dio che viene con potenza – doveva rivelarsi nella vita dei molti popoli che abitavano l’ecumene di quei tempi.

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La Chiesa di Georgia è un caso speciale. L " autocefalia le è stata concessa nel 466 dal Patriarcato di Antiochia, ma tale autocefalia è stata abolita dallo zar russo nel 1811 per poi essere ripristinata nel 1918. Il Patriarcato di Mosca l’ha riconosciuta nel 1945, mentre il Patriarca di Costantinopoli ufficialmente ha riconosciuto l’autocefalia della Chiesa di Georgia solo nel 1989, con un apposito Tomo mandato dal Patriarca ecumenico al Catholicos-Patriarca della Georgia. In tutti i casi di cui sopra, le varie Chiese datano la propria autocefalia al momento in cui essa è stata dichiarata. Secondo Costantinopoli, invece, l’inizio dell’autocefalia dovrebbe essere considerato il momento in cui il Trono Ecumenico ha prodotto il Tomo relativo all’autocefalia. Fino a poco tempo fa il Patriarcato di Costantinopoli ha rivendicato a sé il diritto esclusivo di concedere l’autocefalia. Questo punto di vista è espresso dal Metropolita Elpidophoros che sostiene che “nella persona dell " arcivescovo di Costantinopoli vediamo coincidere in modo unico tutti e tre i livelli del primato, vale a dire quello locale (come Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma), quello regionale (come Patriarca), e quello universale (come Patriarca Ecumenico). Questo triplice primato si traduce in privilegi specifici, come ad esempio il diritto di ricorso e il diritto di concedere o annullare l’autocefalia” Durante la discussione di tale questione nel quadro della preparazione del Concilio pan-ortodosso si è convenuto che in futuro la concessione dell’autocefalia sarà un processo a livello pan-ortodosso, cui parteciperanno tutte le Chiese autocefale. Il Tomo di autocefalia dovrà, quindi, essere firmato da tutti i primati. Resta da concordare in che ordine le firme dei primati appariranno nel prossimo Tomo, ma sembra che si sia giunti a un consenso circa la necessità della partecipazione di tutte le Chiese a questo processo decisionale. Inutile dire che l’annullamento dell’autocefalia non potrà avvenire senza il consenso di tutte le Chiese ortodosse.

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  14. Nell’affermare l’alto valore della libertà religiosa, rendiamo grazie a Dio per il rinnovamento senza precedenti della fede cristiana che sta accadendo ora in Russia e in molti paesi dell’Europa orientale, dove i regimi atei hanno dominato per decenni. Oggi le catene dell’ateismo militante sono spezzate e in tanti posti i cristiani possono liberamente confessare la loro fede. In un quarto di secolo, vi sono state costruite decine di migliaia di nuove chiese, e aperti centinaia di monasteri e scuole teologiche. Le comunità cristiane portano avanti un’importante attività caritativa e sociale, fornendo un’assistenza diversificata ai bisognosi. Ortodossi e cattolici spesso lavorano fianco a fianco. Essi attestano l’esistenza dei fondamenti spirituali comuni della convivenza umana, testimoniando i valori del Vangelo.   15. Allo stesso tempo, siamo preoccupati per la situazione in tanti paesi in cui i cristiani si scontrano sempre più frequentemente con una restrizione della libertà religiosa, del diritto di testimoniare le proprie convinzioni e la possibilità di vivere conformemente ad esse. In particolare, constatiamo che la trasformazione di alcuni paesi in società secolarizzate, estranee ad ogni riferimento a Dio ed alla sua verità, costituisce una grave minaccia per la libertà religiosa. È per noi fonte di inquietudine l’attuale limitazione dei diritti dei cristiani, se non addirittura la loro discriminazione, quando alcune forze politiche, guidate dall’ideologia di un secolarismo tante volte assai aggressivo, cercano di spingerli ai margini della vita pubblica.   16. Il processo di integrazione europea, iniziato dopo secoli di sanguinosi conflitti, è stato accolto da molti con speranza, come una garanzia di pace e di sicurezza. Tuttavia, invitiamo a rimanere vigili contro un’integrazione che non sarebbe rispettosa delle identità religiose. Pur rimanendo aperti al contributo di altre religioni alla nostra civiltà, siamo convinti che l’Europa debba restare fedele alle sue radici cristiane. Chiediamo ai cristiani dell’Europa orientale e occidentale di unirsi per testimoniare insieme Cristo e il Vangelo, in modo che l’Europa conservi la sua anima formata da due mille anni di tradizione cristiana.

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In Occidente, il II Concilio Ecumenico non fu immediatamente riconosciuto come tale, e la suddetta regola fu ignorata dai papi, che continuarono a considerare i tre troni elencati nei canoni di Nicea  (Roma, Alessandria ed Antiochia) come i principali. Qui, un ruolo è stato svolto sia dalla tendenza di seguire gli antichi costumi, caratteristica della mentalità romana, sia dalla tendenza di ricondurre l " autorevolezza di alcune cattedre episcopali ai tempi apostolici. La chiesa romana fu fondata da San Pietro e San Paolo; anche ad Antiochia agirono entrambi questi principi degli apostoli, il trono di Alessandria fu fondato dal discepolo di Pietro, il santo evangelista Marco. E di cosa poteva vantarsi Bisanzio, che era una città insignificante? Solo molti secoli dopo apparirà la leggenda sulla visita in quella località di Sant " Andrea, che trasformerà Costantinopoli in una sede apostolica e, per di più, fondata dal primo chiamato tra gli apostoli e il fratello maggiore di San Pietro. Canone 28 di Calcedonia e la giurisdizione di Costantinopoli  Era impossibile negare il “peso” ecclesiastico di Costantinopoli, specialmente dopo che l " Impero Romano fu definitivamente diviso nel 395 e la sua metà occidentale iniziò a declinare sempre più notevolmente. Inoltre, era necessario definire formalmente i confini della giurisdizione della cattedra della Nuova Roma, in modo che il suo patriarca (come iniziarono ad essere designati i principali vescovi dal V secolo) non invadesse le diocesi altrui. Perciò, nel 451, il IV Concilio Ecumenico di Calcedonia adottò alcune importanti regole, tra cui quella 28° è particolarmente importante: “Seguendo in tutto le disposizioni dei santi padri, preso atto del canone or ora letto, dei 150 vescovi cari a Dio, che sotto Teodosio il Grande, di pia memoria, allora imperatore si riunirono nella città imperiale di Costantinopoli, nuova Roma, stabiliamo anche noi e decretiamo le stesse cose riguardo ai privilegi della stessa santissima chiesa di Costantinopoli, nuova Roma.

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Accettare Il sito utilizza i cookie per aiutarvi a visualizzare le informazioni più aggiornate. Continuando ad utilizzare il sito, l " utente acconsente all " uso dei metadati e dei cookie. Gestione dei cookie Convegno internazionale a Mosca Si è svolto il 13 dicembre 2013 nella capitale russa il convegno internazionale «Religioni e mondo» sul tema «Stato e Religione. Modelli di convivenza e esperienza di interazione nello spazio pubblico». L " evento è stato organizzato dal Dipartimento di cooperazione interregionale, politiche nazionali e relazioni con le organizzazioni religiose di Mosca. Al forum hanno partecipato oltre 400 persone: rappresentanti delle maggiori religioni, esperti nel campo delle relazioni interreligiose in Russia, Europa e Stati Uniti, personalità dello Stato e pubbliche, rappresentanti del potere legislativo ed esecutivo delle 40 regioni russe, studiosi di spicco e rappresentanti dei media. Dalla Chiesa ortodossa russa hanno preso parte al forum il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca (Decr), metropolita Hilarion di Volokolamsk, il presidente del Dipartimento sinodale per la carità della Chiesa e il servizio sociale, vescovo Panteleimon di Nut-Zuevsky, il presidente del Dipartimento sinodale per le relazioni tra la Chiesa e la società, arciprete Vsevolod Chaplin, il presidente del Dipartimento sinodale per l " informazione V.R. Legojda. Tra i partecipanti c’erano anche il direttore dell " Istituto di diritto costituzionale europeo presso l " Università di Trier e responsabile dell " Istituto evangelico di diritto canonico presso l " Università di Potsdam Gerhard Robbers, il professore di diritto presso l " Università di Milano e membro dell " Istituto Europeo di Scienze Religiose e del Consiglio degli esperti dell " Associazione internazionale per la libertà religiosa Silvio Ferrari, il direttore dell " Istituto per i rapporti Chiesa-Stato della Repubblica slovacca Michaela Moravchikova, il presidente dell " Istituto di religione e politica Alexander Ignatenko, il vicecapo del Centro studi «La religione nella società contemporanea» dell’Istituto di Sociologia Marina Mchedlova, ed altri.

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Noi lavoriamo con una varietà di associazioni nazionali, pubbliche e religiose. Va notato che il più gran sostegno e comprensione nella nostra attività l’abbiamo avuto da parte della Chiesa ortodossa russa. Nel 2013, il Servizio federale per l’immigrazione e la Chiesa ortodossa russa hanno firmato un accordo di cooperazione: si tratta di una collaborazione, prima di tutto, riguardo all’inserimento e l " integrazione dei cittadini stranieri nella Federazione Russa. Nel quadro di questo accordo, è stata costituita una commissione mista della Chiesa ortodossa russa e del nostro servizio. Da parte della Chiesa, la commissione è guidata dal capo del Dipartimento sinodale per il dialogo tra Chiesa e società, l " arciprete Vsevolod Chaplin. La Commissione è stata in grado di organizzare il lavoro, non solo a livello dei contatti di carattere generale a Mosca, ma anche nelle regioni, il che per noi è molto importante. Ad oggi, ci sono 39 corsi di lingua russa che sono stati aperti grazie all’iniziativa e al sostegno della Chiesa ortodossa russa. Molte diocesi hanno aderito e ci vengono incontro. Ma organizzare questi corsi non è facile. I fondi pubblici per queste attività non vengono assegnati. Questa forma di insegnamento avente per scopo l’inserimento degli immigrati e le altre attività didattiche di questo settore non sono ancora previste dalla nostra legislazione. Le varie organizzazioni religiose ci aiutano a trovare i locali e gli insegnanti qualificati. Perciò questo lavoro è molto importante. Non per niente, ad oggi in diverse regioni russe i nostri enti territoriali hanno stipulato più di una settantina di accordi di cooperazione, in questo particolare settore, con le diocesi della Chiesa Ortodossa.   Metropolita Hilarion: Vorrei soffermarmi su alcuni argomenti da Lei sollevati. Prima di tutto, Lei ha iniziato col dire che la Russia negli ultimi anni è diventata molto attraente per persone provenienti da diversi Paesi. Questa grande ondata di immigrati è costituita, prima di tutto, dai cosiddetti immigrati per lavoro, persone che vengono da noi per trovare lavoro dagli Stati dell " Asia centrale: Uzbekistan, Tagikistan e altre ex repubbliche dell " Unione Sovietica. Vengono qui per periodi lunghi, per guadagnare soldi, che poi inviano alle loro famiglie. A costoro, certamente, occorre un’integrazione, perché molti di loro, soprattutto le giovani generazioni, non parlano il russo.

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Inoltre, tra l’impero e la Chiesa esisteva un antagonismo di genere particolare, che non si può considerare un semplice conflitto dovuto al mancato riconoscimento reciproco. «Infatti la Chiesa cristiana è più di una “chiesa” soltanto…. I cristiani sono anche un popolo, “un popolo particolare”: il Popolo di Dio, tertium genus (una terza comunità), né elleni, né giudei. La Chiesa non era soltanto una “riunione di persone” o un’associazione volontaria, che si occupava di sole faccende religiose. Essa si proclamava e realmente era una società particolare indipendente, uno Stato separato. Nello stesso tempo, anche l’impero romano si proclamava e realmente era qualcosa di più grande che semplicemente uno Stato» . Il regime sociale romano pretendeva la piena sottomissione dei propri cittadini in tutte le dimensioni della loro vita, attribuendosi un’origine divina. Ciò si esprimeva nella maniera più chiara nel culto del «genio dell’imperatore», di un particolare genere di divinità, che accompagnava cesare. Il rifiuto di venerare questa divinità era punito con la pena di morte come delitto contro lo Stato, poiché la religione pagana romana era una parte inalienabile dell’assetto politico. Ed ecco che questo impero, antagonista e avversario del giovane cristianesimo, gli tende la mano, garantendogli la libertà di culto, i diritti di proprietà, la difesa e protezione della sua legge. E molto rapidamente la Chiesa si integrò nella vita dell’impero, prese su di sé la cura delle vedove, degli orfani, delle ragazze, dei mutilati e degli infermi, cominciò cioè a partecipare a quegli affari pubblici che sembravano a Tertulliano tanto estranei ad essa per natura. Il clero ricevette il diritto, riconosciuto dallo Stato, di intercedere presso di esso a difesa di quanti fossero condannati ingiustamente. Iniziò l’influenza della Chiesa sulla legislazione, che si espresse nella sua conseguente, anche se parziale, umanizzazione. Indubbio è l’influsso della fede cristiana sul cambiamento di atteggiamento della società verso l’istituto della famiglia e del matrimonio, sulla graduale socializzazione della politica statale, che divenne più attenta alle necessità del popolo.

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2204       Seminari di Archeologia cristiana: Archeologia e cultura della tarda Antichità e dell’Alto Medioevo. Resoconto delle Sedute degli a.a./A cura di Ph. Pergola//Rivista di Archeologia Cristiana. 1985–1994,1996. 61–70, 72; Seminari di Archeologia Cristiana: Archeologia e cultura della tarda anmichimà e dell’alto medioevo. Resoconto delle sedute dell’A.A./A cura di Ph. Pergola//Rivista di Archeologia Cristiana. 1999–2000. 75. P. 573–594. 2205       Origine delle catacombe romane: Atti della giornata tematica dei Seminari di Archeologia Cristiana (Roma – 21 marzo 2005)/A cura di V. Fiocchi Nicolai e J. Guyon. Città del Vaticano, 2006 (Sussidi alio Studio della Antichità Cristiane, XVIII). 2206       The Basilica of Maxentius: The Monument, Its Materials, Construction, and Stability/C. Glavarini (ed.). Roma, 2005 (Studia Archaeologica, 140). 2207       Fiocchi Nicolai E., con appendice di Del Moro M.P., Nuzzo D., Spera L. La nuova basilica circiforme della via Ardeatina//Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. 1995–1996. Vol. LXVIII. P. 68–233. 2208       Saint-Roch P. Le cimetiere de Basileus ou coemeterium sanctorum Marci et Marcelliani Damasique. Città del Vaticano, 1999; Хрушкова Л.Г. Рец.: Saint-Roch P. Le cimétierè…//Виз. временник. 2002. T. 61. C.238–240. 2210       Nieddu A.M. La basilica apostolorum sulla Via Appia e l’area cimiteriale circostante. Città del Vaticano, 2009 (Monumenti di Antichità Cristiana, XIX). 2211       Guidobaldi F., Barsanti C., Guiglia Guidobaldi A. San Clemente: La scultura del VI secolo. Roma, 1992 (San Clemente Miscellany, IV, 2). 2212       Brandenburg H. Die Kirche S. Stefano Rotondo in Rom: Bautypologie und Architektursymbolik in der spätantiken und frühchristlichen Architektur. B.; N.Y., 1998. 2213       Angelelli A. La basilica titolare di S. Pudenziana: Nuove ricerche. Città del Vaticano, 2010 (Monumenti di Antichità Cristiana, 21). 2214       Brandt O. Battisteri oltre la pianta: Gli alzati di nove battisteri paleocristiani in Italia. Città del Vaticano, 2012 (Studi di Antichità Cristiana, 64).

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666 . Barlaam Calabro. L " uomo, l " opera, il pensiero/Ed. Fyrigos A. Atti del congresso internazionale (Reggio Calabria, Seminara, Gerace, 10–12 die. 1999). Roma 2001. 667 . Benakis L. G. Βαρλαμ Καλαβρς (1290–1350)//PBL 1984. 2. 190. 668 . Cassiano D. Barlaam Calabro. L’umana awentura di un Greco d’Occidente. Lungro 1994. 669 . Christou P. Βαρλαμ Καλαβρς//ThEE 1963. 3. 623–627. 670 . D’Agostino E. Barlaam in Calabria//Seminara nella cultura italiana. 1474. 45–66. 671 . De Leo P. Barlaam e la società coeva//Seminara nella cultura italiana. 1474. 23–34. 672 . Delacroix-Besnier C. Conversions constantinopolitaines au XIV е siècle//Mélanges de l’École française de Rome. Moyen Âge. 1993. 105(2). 715–761. 673 . Fyrigos A. La produzione letteraria antilatina di Barlaam Calabro//OCP 1979. 45. 115–176. 674 . Fyrigos A. Quando Barlaam Calabro conobbe il Concilio di Lione II (1274)?//RSBN 1980–1982. 17–19. 247–265. 675 . Fyrigos A. Nota per la datazione delle orazioni «Ad Synodum e De concordia» di Barlaam Calabro//BBGG 1982. 36. 23–42. 676 . Fyrigos A. Una ντνστροφ (conversio) nella dialettica scolastica di Barlaam Calabro//Studi bizantini e neogreci. Atti del IV Congresso nazionale di studi bizantini, Lecce, 21–23 aprile 1980, Calimera, 24 aprile 1980/Ed. Leone P. L. Galatina 1983. 433–443. (Universita degli Studi di Lecce, Facolta di Lettere e Filosofia, Istituto di Storia Medioevale e Moderna, Saggi e ricerche. 7). 677 . Fyrigos A. Barlaam Calabro tra l’aristotelismo scolastico e il neoplatonismo bisantino//Il Veltro. 1983. 27. 185–195. 678 . Fyrigos A. Per l’identificazione di alcune opere ignoti auctoris contenute nel «Tomos Agapès» di Dositeo, Patriarca di Gerusalemme (e recupero di un opuscolo antilatino di Barlaam Calabro)//RSBN 1983–1984. 20–21. 171–190. 679 . Fyrigos A. Un opuscolo sconosciuto di Barlaam Calabro sul primato del papa//BBGG 1990. 44. 11–23. 680 . Fyrigos A. Considerazioni per la datazione delle discussioni teologiche di Costantinopoli, 1334(-35) (Nic. Greg., Hist. Byz., X, 8)//BBGG 1993. 47. 103–112.

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275 . Lilia S. Codices Vaticani Graecï codices 2162–2254 (codices Columnenses) in Bibliotheca Vaticana. Città del Vaticano 1985. (Biblioteca apostolica vaticana. Bibliothecae Apostolicae Vaticanae codices manu scripti recensiti...). 276 . Mackeprang M. Greek and Latin illuminated manuscripts, X-XIII centuries, in Danish collections. Copenhagen; L. 1921. 277 . Manoscritti ed edizioni venezianë di opere liturgiche e ascetiche grechc e slave. Venezia [s.n.]. 1963. 30. [Esposti in occasione del Convegno di studi «Millenario del Monte Athos» presso la Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, con il concorso della Biblioteca nazionale Marciana di Venezia, della Bibliothèque nationale di Parigi, dell’Istituto Ellenico di studi bizantini e post-bizantini di Venezia e della Biblioteca comunale di Camerino.] Bibl.: 11. 278 . Marava-Chatzinicolaou A., Toufexi-Paschou Ch. Catalogue of the illuminated Byzantine manuscripts of the National Library of Greece. Athens 1978. 1. 279 . Marava-Chatzinicolaou A., Toufexi-Paschou Ch. Κατλογος Μικρογραφικν Βυζαντινν Χειρογρφων τς θνικς Βιβλιοθκης τς λλδος. θναι 1985. 2. 280 . Martini A., Bassi D. Catalogus codicum graecorum Bibliothecae Ambrosianae. Hildesheim; Ν. Y. 1978. 281 . Martini E. Catalogo di manoscritti greci esistenti nelle biblioteche italiane. Milano 1893. (Indici e cataloghi. 19). anastaticä Roma 1967. 282 . Mercati G. Per la storia dei manoscritti greci di Genova, di varie badie basiliane d’ltalia e di Patmo. Città del Vaticano 1935. (StT (Biblioteca apostolica vaticana). 68). 283 . Mercati G. Codici latini Pico Grimani Pio e di altra biblioteca ignota del secolo XVI esistenti nell’Ottoboniana e i codici greci Pio di Modena, con una digressione per la storia dei codici di S. Pietro in Vaticano. Città del Vaticano 1938. (StT (Biblioteca apostolica vaticana). 75). 284 . Mercati G. Note per la storia di alcune biblioteche romane dei secoli XVI-XIX. Modena 1984. (StT 164). 285 . [Meyier K. A., Hulshoff P. E.] Rijksuniversiteit te Leiden. Bibliotheek. Codices bibliothecae publicae graeci/Descripsit Meyier K. A. de; adiuvante Hulshoff Pol E. Lugduni Batavorum 1965. (Codices manuscripti [Leiden University Press]. 8).

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