È del tutto naturale il fatto che, quantomeno nella comprensione anticotestamentaria del matrimonio, le preghiere ortodosse di fidanzamento e matrimonio proseguano. Tre volte nelle preghiere di matrimonio viene menzionata la visita del Signore Gesù Cristo al matrimonio in Cana di Galilea, come segno di benedizione del matrimonio antico e inizio della sua conversione in sacramento cristiano: О Dio [...] che per il tuo ineffabile dono e grande bontà ti sei rivelato in Cana di Galilea e lì hai benedetto il matrimonio, alfine di mostrare chiaramente che dall’unione sessuale all’interno del matrimonio consegue anche la nascita di figli in accordo con la tua volontà [...] (prima preghiera di matrimonio); 43 О Dio nostro Signore, che nella Tua economia di salvezza hai magnificato a Cana di Galilea il matrimonio come [cosa] onorevole tramite la tua visita [...] (quarta preghiera di matrimonio); 44 О Dio, Dio nostro, vieni a Cana di Galilea e benedicendovi il matrimonio benedici anche questi Tuoi servi, uniscili con la Tua provvidenza nel vincolo del matrimonio [...] (sesta preghiera di matrimonio, inclusa la preghiera del calice comune). 45 Le preghiere derivanti dalle meditazioni sulla benedizione impartita da Cristo del matrimonio terreno, in accordo con l’insegnamento dell’apostolo Paolo sul matrimonio, aprono all’interpretazione del matrimonio come immagine dell’unità tra Cristo e la Chiesa: «O Dio nostro Signore, da tutte le nazioni hai raccolto intorno a te la Chiesa, Vergine pura» (seconda preghiera di fidanzamento), e quindi come un mistero, cioè un sacramento: «Benedetto sei Tu, O Signore nostro Dio, santificatore di sacramentale e puro matrimonio [così come] legislatore della terra [...]» (seconda preghiera di matrimonio). Infine abbiamo l’immagine del matrimonio cristiano come sacramento, benedetto dal Signore Gesù Cristo e che costituisce terrestre riflesso del celeste mistero dell’unione di Cristo e della Chiesa – indicato nelle letture apostoliche ed evangeliche sul matrimonio – dalla Lettera agli Efesini (il «mistero» dell’unione tra marito e moglie, e tra Cristo e la Chiesa) e il Vangelo di Giovanni (Nozze di Gana), rispettivamente. 3.3. Parametri dinamici del matrimonio

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Ai giorni nostri la Chiesa e la sua Sacra Tradizione sono diventati una scoperta per il nostro popolo. Un’intera generazione di persone distanti dalla Chiesa ha di nuovo riscoperto la fede. La situazione in cui ci troviamo – situazione di riacquisizione della Tradizione dimenticata, di ritorno della società nella Chiesa, di rinascita della Chiesa – pone davanti a noi un compito: comprendere che cosa sia la Tradizione cristiana con la lettera maiuscola e chi siamo noi in questa Tradizione. Inoltre, la conoscenza della storia della civiltà cristiana ci ha aperti alla comprensione del ruolo della Chiesa in epoche completamente diverse, di prosperità e oppressione, di errori e prove. La Chiesa nell’epoca di Costantino, che compiva soltanto i primi passi come istituzione socialmente riconosciuta, non conosceva tutto ciò. Oggi possiamo dire che la Chiesa negli ultimi diciassette secoli sia divenuta più matura, più provata. L’esperienza storica della Chiesa non ci consente, dopo avere ricevuto la libertà, di non disporre di essa con intelligenza. Oggi si esige dalla Chiesa una particolare saggezza, perché abbiamo ricevuto una tale occasione storica che non abbiamo diritto di lasciarci sfuggire. Già negli anni Novanta del Novecento in Russia la Chiesa ha iniziato a parlare a voce spiegata di libertà e responsabilità come di due valori assoluti, senza la cui interazione non è possibile costruire una società giusta. Oggi sempre più spesso simili idee risuonano dalle labbra degli uomini di Stato. Oggi, in Russia, ma anche in qualche altro Stato dello spazio post-sovietico, la Chiesa e lo Stato sono capaci di parlare a una sola voce, di esprimere un’unica posizione. La consonanza tra Chiesa e Stato nella valutazione dei processi sociali non deve essere in nessun modo ritenuta segno di «fusione» tra essi. Il principio di reciproca non ingerenza tra Stato e Chiesa negli affari interni dell’uno e dell’altra deve essere mantenuto e si mantiene. Ma questo principio deve essere bilanciato da un altro principio non meno importante: la collaborazione di Chiesa e Stato in tutti i campi in cui questa collaborazione è possibile e necessaria. Ed essa si dimostra necessaria nei campi più diversi, connessi alla sfera dell’etica pubblica.

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Accettare Il sito utilizza i cookie per aiutarvi a visualizzare le informazioni più aggiornate. Continuando ad utilizzare il sito, l " utente acconsente all " uso dei metadati e dei cookie. Gestione dei cookie In Russia è arrivata una delegazione della Chiesa etiope Servizio di comunicazione del Decr, 12.02.2023.  L’11 febbraio 2023, su invito di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ e per la benedizione di Sua Santità il Patriarca-Catholicos Abuna Mattia dell’Etiopia, a Mosca è arrivata una delegazione ecclesiastica etiope per partecipare alla seconda riunione della Commissione per il dialogo fra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa etiope. La delegazione comprende: l’arcivescovo Abuna Filippos dell’Omo del Sud, rettore dell’Accademia teologica “SS. Trinità” ad Addis Abeba, co-presidente della Commissione; il sacerdote Daniel Seifemikael, direttore del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa etiope, direttore generale della Corporazione radiotelevesiva del Patriarcato etiope, segretario della Commissione; il sacerdote Ueldeiesus Sefugalato, vice amministratore della Chiesa etiope, rettore delle parrocchie di Addis Abeba. Da parte del Patriarcato di Mosca alla riunione partecipano: il metropolita Leonid di Klin, esarca patriarcale dell’Africa, co-presidente della Commissione; lo ieromonaco Stefan (Igumnov), segretario del Decr per le relazioni interconfessionali, segretario della Commissione; il vice presidente del Dipartimento sinodale per le relazioni della Chiesa con la società e i mass media V. V. Kipshidze; il diacono Dimitrij Serov, direttore della Casa editrice dell’Accademia teologica di Mosca; l’ufficiale del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) S. G. Alferov. Arrivati a Mosca, i membri della delegazione etiope hanno visitato il Convento patriarcale femminile del Pokrov (Mantello della Madonna), che sarà il loro alloggio per il periodo della loro visita presso la Chiesa ortodossa russa. Lo stesso giorno è cominciata la parte lavorativa della riunione. Inaugurando l’incontro della Commissione, il metropolita Leonid di Klin ha chiesto alla delegazione venuta da Addis Abeba di trasmettere le parole di solidarietà e di sostegno da parte di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ al Primate, al Sinodo e a tutti i fedeli della Chiesa etiope che oggi attraversa i tempi difficili a causa del tentativo di un gruppo di scismatici di creare una rottura.

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In un’altra preghiera Dio non è definito solo «santificatore del sacramento matrimoniale e legislatore della terra», ma anche «custode dell’incorruttibilità» (seconda preghiera di matrimonio). Non indica forse la stessa celebrazione del matrimonio un altro, più alto percorso di vita cristiana, ovvero la verginità volontaria? Dal mio punto di vista, ciò è assolutamente possibile. Ma la preghiera qui continua: «costruttore di beni terreni». I beni terreni sono per gli sposi, senza dubbio alcuno, necessari – sia per se stessi che per la crescita della loro futura prole. Nelle preghiere di matrimonio sulla posterità questo viene ribadito, cosa alquanto naturale. Prima preghiera di matrimonio: «Concedi a questi tuoi servi (seguono i nomi) [...] una famiglia longeva, felicità per quanto riguarda i figli [...]. Concedi loro di vedere i nipoti [...]». Seconda preghiera di matrimonio: «Concedi loro il frutto del grembo, meravigliosi bambini [...] e che vedano i figli dei loro figli, come virgulti d’ulivo intomo alla propria mensa [...]». Terza preghiera di matrimonio: «Concedi loro il frutto del grembo, l’onore di procreare [...]». Ma la giovane famiglia cristiana dev’essere pronta a condividere i propri beni non solo con se stessa, ma anche con gli estranei bisognosi – e con questo sacrificio superare la propria auto-centratura. Prima preghiera di matrimonio: «Riempi le loro case di grano, vino e olio, affinché possano trovarsi, anche nel momento del bisogno, con una tensione educativa [...]». «Affinché, essendo autosufficienti in tutto, possano avere la possibilità di ogni bene [...]» (seconda preghiera di matrimonio). In questa impresa dovrà svolgersi l’intera vita dei coniugi: [...] Rendi il loro matrimonio venerabile; conserva il loro letto, immacolato; purificali, affinché la loro convivenza resti immacolata; e concedi loro, raggiungendo una venerabile vecchiaia, di continuare con cuore puro a osservare i tuoi comandamenti (quarta preghiera di matrimonio). E allora essi «Graditi a Dio, risplenderanno, come stelle nel cielo» (seconda preghiera di matrimonio) e riceveranno la «perenne corona di gloria» (prima preghiera di matrimonio).

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  17. Il nostro sguardo si rivolge alle persone che si trovano in situazioni di grande difficoltà, che vivono in condizioni di estremo bisogno e di povertà mentre crescono le ricchezze materiali dell’umanità. Non possiamo rimanere indifferenti alla sorte di milioni di migranti e di rifugiati che bussano alla porta dei paesi ricchi. Il consumo sfrenato, come si vede in alcuni paesi più sviluppati, sta esaurendo gradualmente le risorse del nostro pianeta. La crescente disuguaglianza nella distribuzione dei beni terreni aumenta il sentimento d’ingiustizia nei confronti del sistema di relazioni internazionali che si è stabilito.   18. Le Chiese cristiane sono chiamate a difendere le esigenze della giustizia, il rispetto per le tradizioni dei popoli e un’autentica solidarietà con tutti coloro che soffrono. Noi, cristiani, non dobbiamo dimenticare che “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (1 Cor 1, 27-29).   19. La famiglia è il centro naturale della vita umana e della società. Siamo preoccupati dalla crisi della famiglia in molti paesi. Ortodossi e cattolici condividono la stessa concezione della famiglia e sono chiamati a testimoniare che essa è un cammino di santità, che testimonia la fedeltà degli sposi nelle loro relazioni reciproche, la loro apertura alla procreazione e all’educazione dei figli, la solidarietà tra le generazioni e il rispetto per i più deboli.   20. La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna. È l’amore che sigilla la loro unione ed insegna loro ad accogliersi reciprocamente come dono. Il matrimonio è una scuola di amore e di fedeltà. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica.

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N. S. Ancona, 1996. Vol. 31. N 93. P. 709-737; Follieri E. Per una nuova edizione della Vita di S. Nilo da Rossano//BollGrott. N. S. 1997. T. 51. P. 71-92; eadem. L " ingresso nella vita monastica di Nilo da Rossano//Πολπλευρος νος: Miscellanea für P. Schreiner zu seinem 60. Geburtstag/Hrsg. C. Scholz, G. Makris. Münch., 2000. S. 10-16; eadem. L " autore della Vita di S. Nilo da Rossano//RSBN. N. S. 2017. T. 53. P. 123-135; Caruso S. Un tabù etico e filologico: La mutilazione verecundiae gratia del Cryptensis B. β. II (B i os di Nilo da Rossano)//Pan: Studi dell " Istituto di filologia latina «Giusto Monaco». Palermo, 1998. Vol. 15/16. P. 169-193; D é roche V. L " obsession de la continuité: Nil de Rossano face au monachisme ancien//L " autorité du passé dans les sociétés médiévales/Ed. J.-M. Sansterre. R., 2004. P. 163-175; Luzzi A. La Vita di S. Nilo da Rossano tra genere letterario e biografia storica//Les «Vies des saints» à Byzance: Genre littéraire ou biographie historique?/Ed. P. Odorico, P. A. Agapitos. P., 2004. P. 175-189; idem. Nilo il Giovane, santo//DBI. 2013. Vol. 78. P. 575-578; Parenti S. Il monastero di Grottaferrata nel Medioevo (1004-1462): Segni e percorsi di una identità. R., 2005. (OCA; 274); San Nilo di Rossano e l " Abbazia greca di Grottaferrata: Storia e immagini/A cura di F. Burgarella. R., 2009; Efthymiades S. Les saints d " Italie Méridionale (IXe-XIIe s.) et leur rôle dans la société locale//Byzantine Religious Culture: Studies in Honor of A. M. Talbot/Ed. D. Sullivan e.a. Leiden; Boston, 2012. P. 347-372; Burgarella F. Shabbettai Donnolo nel Bios di S. Nilo da Rossano//Gli Ebrei nella Calabria medievale: Atti d. Giornata di studio in memoria di C. Colafemmina/A cura di G. De Sensi Sestito. Soveria Mannelli, 2013. P. 49-62; Crimi P. Parola e scrittura nel «Bios» di S. Nilo da Rossano//Bizantinistica: Riv. di studi Bizantini e slavi. Ser. 2. Spoleto, 2013. Vol. 15. P. 157-173; PMBZ, N 25503; Greek Monasticism in Southern Italy: The Life of Neilos in Context/Ed.

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dal Consiglio episcopale nel 2004, che ha espresso la sua preoccupazione per i “tentativi di espandere le attività della ‘Metropoli di Bessarabia’ oltre la Moldavia, il che non può che aumentare la tensione inter-ecclesiale esistente”; nella risoluzione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa del 7 novembre 2007 (Verbale n. 108) giunta in risposta all " istituzione delle diocesi all " interno della “Metropoli di Bessarabia” nel territorio della Repubblica di Moldavia e Ucraina con centri nelle città di Bli, Cantemir e Dubsari indipendentemente dal fatto che quei territori avevano già vescovi ortodossi legittimamente consacrati e i nomi di quelle città facevano parte dei titoli dei vescovi diocesani della Chiesa ortodossa di Moldavia. Nel suo comunicato del 7 novembre 2007, il Sinodo della Chiesa russa ha inoltre sottolineato che la diocesi della Bessarabia meridionale comprende “ " l " ex diocesi di Bilhorod-Dnistrovskyi e Izmail " – l " area che fa parte della Chiesa ortodossa ucraina e ha i suoi vescovi i cui titoli contengono i nomi di quelle città;” dal Concilio dei vescovi del 2008, che esprimeva preoccupazione per le azioni unilaterali del Patriarcato rumeno che hanno minato i principi tradizionali alla base dei rapporti tra le Chiese ortodosse e messo a repentaglio l’unità ortodossa in generale. Il 25 ottobre 2023, il Sinodo della Chiesa Ortodossa di Moldova (Verbale n. 11) ha destituito sei chierici che senza permesso erano entrati nella “Metropoli di Bessarabia” del Patriarcato rumeno e erano stati ricevuti senza lettere canoniche di rilascio. La decisione si è basata sulle seguenti norme canoniche: Canoni Apostolici 12, 15, 32, 33; Canoni 11, 13, 20, 23 del Quarto Concilio Ecumenico; Canone 17 del Concilio in Trullo; Canoni 3, 6, 7, 8, 11 del Concilio di Antiochia; Canoni 41, 42 del Concilio di Laodicea; Canone 9 del Concilio di Sardica; Canoni 23, 106 del Concilio di Cartagine; Canoni 15, 16 del Primo Concilio Ecumenico. Diversi altri chierici della Chiesa ortodossa di Moldavia che si sono poi trasferiti senza permesso nella “Metropoli di Bessarabia” sono stati sospesi dal servizio in attesa della loro penitenza.

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Napoli, 1620; Falconius N. C. Sancti confessoris pontificis et celeberrimi thaumaturgi Nicolai acta primigenia. Neapoli, 1751; Putignani N. Vindiciae vitae et gestorum S. thaumaturgi Nicolai archiepiscopi Myrensis secundum acta antiqua et vulgata. Neapoli, 1753-1757. 2 t.; idem. Istoria della vita, de " miracoli e della traslazione del gran taumaturgo S. Niccolo arcivescovo di Mira. Napoli, 1771; Signoriello P. Storia della vita, miracoli, traslazione e culto di S. Nicola, arcivescovo di Mira. Napoli, 1855; Schnell E. St. Nicolaus, der heilige Bischof und Kinderfreund, sein Fest und seine Gaben. Brünn, 1883-1886. 6 Bde; Laroche J. Vie de S. Nicolas, évêque de Myre, patron de la jeunesse. P., 1893; Praxmarer J. Der hl. Nikolaus und seine Verehrung. Münster, 1893; Guerrieri F. Dell " antico culto di S. Nicola in Bari//Rassegna pugliese di scienze, lettere ed arti. Trani,1902. Vol. 19. N 9. P. 257-262; Nitti di Vito F. La leggenda della traslazione di S. Nicola di Bari: I marinai. Trani, 1902; idem. Le questioni giurisdizionali tra la basilica di S. Nicola e il duomo di Bari, 1087-1929. Bari, 1933; idem. La traslazione delle reliquie di san Nicola//Iapigia. N. S. Bari, 1937. Vol. 8. P. 295-411; idem. La Ripresa gregoriana di Bari (1087-1105) e i suoi riflessi nel mondo contemporaneo politico e religioso. Trani, 1942; Holtzmann W. Studien zur Orientpolitik des Reformpapsttums und zur Entstehung des ersten Kreuzzuges//Historische Vierteljahresschrift. Lpz., 1924. Bd. 22. S. 167-199; Scognamiglio P. La manna di S. Nicola nella storia, nell " arte, nella scienza. Bari, 1925; idem. Vita di S. Nicola di Bari. R., 1930; Monti G. M. Per la storia di S. Nicola di Bari//Iapigia. 1930. Vol. 1. P. 144-160; Mailfert Y. Fondation du monastère bénédictin de Saint-Nicolas d " Angers//Biblioth. de l " École des Chartes. 1931. T. 92. P. 43-61; Meisen K. Nikolauskult und Nikolausbrauch im Abendlande. Düss., 1931; Praga G. La traslazione di S. Nicolò e i primordi delle guerre normanne in Adriatico//Archivio storico per la Dalmazia.

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2105 . Bessarione e l’Umanesimo. Catalogo della Mostra/A cura di Fiaccadori G.. Con la collab. di Cuna A., Gatti A., Ricci S. Presentazione di Zorzi M. Pref. di Pugliese G. Napoli 1994. XIV, 544. [Bessarione]. 2106 . Bianca C. La formazione della biblioteca latina del Bessarione//Scrittura, biblioteche e stampa a Roma nel Quattrocento. Aspetti e problemi. Atti del Seminario 1–2 giugno 1979/Ed. Bianca C. et al. Città del Vaticano 1980. 103–165. (Littera Antique. 1, 1). 2107 . Bianca C. Note su Andrea Barbazza e il cardinale Bessarione//Res publica litterarum. Studies in the classical tradition. Lawrence. 1983. 6. 43–58. (Studi umanistici Piceni. 3). 2108 . Bianca С. Una nuova testimonianza sul nome di battesimo del Bessarione//Rivista di Storia della Chiesa in Italia. Roma. 1984. 38:2. 428–436. 2109 . Bianca C. L’Accademia del Bessarione tra Roma e Urbino//Federico di Montefeltro. La cultura/Ed. Cerboni Baiardi G., Chittolini G., Floriani P. Roma 1986. 61–79. («Europa delle Corti». Centro studi sulle societa di antico regime. Biblioteca del Cinquecento. 30). 2110 . Bianca C. L’abbazia di Grottaferrata e il Cardinale Bessarione//BBGG 1988. 41:2 (for 1987). 135–152. 2111 . Bianca C. Un messale «ritrovato» del Cardinale Bessarione//Rivista di Storia della Chiesa in Italia. Roma. 1990. 44:2. 488–493. 2112 . Bianca R. Roma e l’accademia bessarionea//Bessarione 6 .2105). 119–127. 2113 . Candal E. Andreae Rhodiensis, O. P., inedita ad Bcssarionem epistula («de divina essentia et operatione»)//OCP 1938. 4. 329–371. [С комм. и лат. пер.]. 2114 . Candal Е. Bessarion Nicaenus in Concilio Florentino//OCP 1940. 6. 417–466. 2115 . Capizzi C. Un inventario inedito in rapporto col Bessarione. La «descriptio bonorum mobilium» del monastero ravennate di S. Giovanni Evangelista del 16 novembre 1442//Storiografia e storiä Studi in onore di Eugenio Dupré Theseider. Roma 1974. 785–808. 2116 . Capizzi C. Un piccolo contributo alia biografia del Bessarione//OCP 1974. 40. 84–113. 2117 . Capizzi C. Una lista di creditori e debitori ad uso del Bessarione, commendatario di San Giovanni Evangelista di Ravenna//Byzantino-Sicula. Miscellanea di scritti in memoria di Giuseppe Rossi Taibbi. Palermo 1975. 2. 73–105. (Quaderni dell " Istituto Siciliano di studi bizantini e neoellenici. 8).

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Da ultimo, un risultato positivo dell’incontro a L’Avana è stato un fatto senza precedenti: il trasferimento di parte delle reliquie di San Nicola di Bari a Mosca e a San Pietroburgo, a maggio e giugno 2017. Per due mesi, quasi due milioni e mezzo di fedeli da Russia, Ucraina, Bielorussia, Moldavia e altri Paesi hanno potuto rendere omaggio alle reliquie. San Nicola è uno dei santi più venerati all’Est, come in Occidente. Trasferire da Bari alla Russia parte di queste reliquie è stata una testimonianza concreta di quella tradizione spirituale del primo millennio che unisce cattolici e ortodossi, al di là delle divergenze. Dobbiamo sviluppare la collaborazione in tutte le direzioni indicate per poter risolvere tanti problemi che preoccupano il mondo contemporaneo. Si aspettava una tale partecipazione da parte dei pellegrini? San Nicola è sempre stato uno dei santi più venerati dal popolo russo, a nessun altro santo sono dedicate tante chiese. In primo luogo questa dedizione è legata alla fede della nostra gente, convinta che presto San Nicola risponderà alle loro preghiere e verrà in loro aiuto. Per questo non deve meravigliare che siano venuti così in tanti, pronti a restare in fila per ore, malgrado il maltempo. Con questo pellegrinaggio i fedeli hanno testimoniato la loro fede viva, che 70 anni anni di persecuzione della Chiesa non hanno potuto distruggere. E non soltanto i pellegrini hanno mostrato una fede sincera, ma anche i volontari che li hanno aiutati. Se all’inizio erano soltanto 2.000, alla fine i volontari sono stati più di 14mila. Per la maggior parte giovani, ragazzi e ragazze delle scuole pubbliche. Si è trattato di un passo importante nello sviluppo del legame tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa di Roma. Non di un dialogo a livello di prelati o teologi, ma della partecipazione di milioni di fedeli, grati per la possibilità di baciare i resti del santo più venerato, una devozione che unisce nei fatti i cristiani dell’Est e dell’Ovest.Il trasferimento da Bari alla Russia delle reliquie è stato una testimonianza concreta di quella tradizione spirituale del primo millennio che unisce cattolici e ortodossi, al di là delle divergenze.

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