Accettare Il sito utilizza i cookie per aiutarvi a visualizzare le informazioni più aggiornate. Continuando ad utilizzare il sito, l " utente acconsente all " uso dei metadati e dei cookie. Gestione dei cookie Il vicepresidente del DECR incontra i diplomatici iraniani Servizio di comunicazione del DECR, 09.02.2024. L " 8 febbraio 2024, l " archimandrita Filaret (Bulekov), il vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha incontrato i rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri iraniano – i consiglieri per la cultura e l " istruzione Hojjat ul-Islam Meysam Amroudi e il dottor Yousef Nouri, accompagnati dai rappresentanti della Rappresentanza Culturale dell " Iran in Russia, tra cui il suo capo, Masoud Ahmadvand. All " incontro, svoltosi presso il Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne, hanno preso parte anche l " Arciprete Sergy Zvonarev, Segretario del DECR per i Paesi Esteri, e il Rev. Iliya Kashitsyn, Segretario del DECR per le Relazioni Interreligiose. L " archimandrita Filaret ha accolto calorosamente gli ospiti. Nel suo intervento il vicepresidente del Decr si è soffermato sulla presenza russo-ortodossa in Iran, in particolare sulla cooperazione tra la Chiesa ortodossa russa e la comunità musulmana in Iran, instaurata più di 30 anni fa. Come ha sottolineato, il dialogo che si svolge nel quadro della Commissione mista russo-iraniana per il dialogo ortodossia-islam è molto significativo ed esteso, poiché copre sia gli aspetti pratici della vita delle persone che alcuni argomenti teologici e fornisce il suo importante contributo al progresso dei rapporti tra la Russia e l’Iran. Gli ospiti hanno sottolineato che il mantenimento della presenza cristiana tradizionale, compresa quella ortodossa, in Iran è una questione di notevole importanza per il Paese. Hanno anche osservato che il leader della rivoluzione islamica, l’Ayatollah Khamenei, è stato colui che ha dato l’esempio delle relazioni amichevoli tra musulmani e cristiani. I partecipanti all " incontro hanno discusso vari aspetti pratici della cooperazione in preparazione della 13a sessione della Commissione congiunta russo-iraniana per il dialogo ortodossia-islam, che si terrà in Iran nel 2024. Nella serata dello stesso giorno, i rappresentanti del Patriarcato di Mosca hanno partecipato al ricevimento offerto dal signor Kazem Jalali, Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica islamica dell " Iran presso la Federazione Russa, in occasione del 45° anniversario della Rivoluzione islamica in Iran. Stampa la pubblicazione Condividere: Page is available in the following languages Commenti

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Accettare Il sito utilizza i cookie per aiutarvi a visualizzare le informazioni più aggiornate. Continuando ad utilizzare il sito, l " utente acconsente all " uso dei metadati e dei cookie. Gestione dei cookie Dichiarazione del Dipartimento sinodale per le relazioni della Chiesa con la società e i mass media in merito alla rimozione di un crocifisso cinquecentesco dalla Sala della Pace presso il Palazzo municipale di Munster, Germania Il 4 novembre 2022 il giornale tedesco " Die Welt " ha comunicato che la Ministra degli Esteri della Germania Annalena Baerbock ha costretto le autorità municipali di Munster a rimuovere un crocifisso dalla Sala della Pace presso lo storico Palazzo municipale, ove fu collocato per 482 anni. Ciò è stato fatto nell " ambito della preparazione alla riunione dei Ministri degli Esteri del G7. Si informa che non è il primo caso della rimozione di simboli cristiani dallo spazio pubblico su iniziativa dei politici del partito Alleanza 90/I Verdi. In particolare, la Ministra di Stato per la Cultura e i Media della Repubblica Federale Tedesca Claudia Roth (rappresentante dei " Verdi " ) ha proposto di rimuovere le citazioni bibliche dalla cupola del Castello di Berlino al centro della capitale tedesca, rimpiazzandoli con altri testi " più cosmopolitici " . La politica delle autorità di alcuni paesi europei che mira all " eliminazione della memoria del patrimonio cristiano dallo spazio pubblico, ignora i diritti dei fedeli e non si basa sulla volontà popolare. L " atteggiamento disprezzante alle radici cristiane porta alla distruzione della identità degli europei, alla perdita dell " idea della moralità che si è formata nel corso dei secoli sulla base della fede in Cristo. La stampa liberale europea attacca spesso il Primate della Chiesa ortodossa russa per le sue ripetute dichiarazioni contro la distruzione intenzionale della cultura cristiana in Europa, il che minaccia non soltanto il futuro del continente, ma anche la pace tra i popoli che per molti secoli erano uniti dal comune patrimonio cristiano. Però le ultime notizie provenienti dalla Germania soltanto confermano la correttezza della valutazione della situazione da parte del Primate della Chiesa ortodossa russa. Una conseguenza diretta dell " eradicazione dei simboli cristiani dalla vita sociale degli europei è la sostituzione immediata del patrimonio cristiano dell " Europa con il suo totale opposto. Così, la statistica ufficiale dimostra la crescita dei satanisti in Germania: nel corso di 16 anni il loro numero è aumentato di 16 volte, raggiungendo 100 000. Esprimiamo la nostra solidarietà con quegli abitanti dell " Europa che sono contrari alla distruzione della loro memoria storica e testimoniamo che la pace e il buon vicinato nello spazio europeo sono costruibili solo sulla base del fondamento comune del cristianesimo. Stampa la pubblicazione Condividere: Page is available in the following languages Commenti

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Accettare Il sito utilizza i cookie per aiutarvi a visualizzare le informazioni più aggiornate. Continuando ad utilizzare il sito, l " utente acconsente all " uso dei metadati e dei cookie. Gestione dei cookie 115191, Danilovskij val, 22, Mosca Segretariato per le relazioni inter-ortodosse Telefono: +7 495 955 67 75 Orario: lunedì – venerdì 9.00-18.00 Segretariato per le relazioni inter-cristiane Lo ieromonaco Stefan (Igumnov) Segretario del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca per le relazioni inter-cristiane Monaco del monastero stavropigiale Zaikonospasskij di Mosca Telefono: +7 495 952 20 27 Orario: lunedì – venerdì 9.00-18.00 Segretariato per i contatti interreligiosi Il sacerdote Dimitrij Safonov Segretario del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca per i contatti interreligiosi Chierico della chiesa di San Giovanni di Kronštadt di Mosca (dal 6 marzo 2011) Telefono: +7 495 308 99 19 Orario: lunedì – venerdì 9.00-18.00 Segretariato per i paesi esteri L’arciprete Serghij Zvonarev Segretario del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca per i paesi esteri Rettore ad interim della chiesa patriarcale di Tutti i santi su Kuliški (dal 19 novembre 2019). Telefono: +7 495 952 20 27 Orario: lunedì – venerdì 9.00-18.00 Segretariato per le istituzioni all " estero Il diacono Serghij Kalashnikov Segretario del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne per le istituzioni all " estero Chierico della Chiesa della Santissima Trinità a Khoroshevo (Mosca) Telefono: +7 495 952 51 58 Orario: lunedì-venerdì 9.00 - 18.00 Servizio comunicazioni Il sacerdote Ilija Kosyh Заведующий Службой коммуникации Отдела внешних церковных связей Московского Патриархата Capo del servizio comunicazioni del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca Telefono: +7 495 633 84 28 Orario: lunedì – venerdì 9.00-18.00 Settore pubblicazioni Первушин Михаил Викторович Capo del settore pubblicazioni del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca Parteciapnte al Concilio locale della Chiesa ortodossa russa del 2009 Telefono: +7 495 955 67 53 Orario: lunedì – venerdì 9.00-18.00 Cancelleria Suor Giuliania (Zakharova) Capo cancelleria del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca Dal 2016 Capo cancelleria del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca Telefono: +7 495 955 67 77 Orario: lunedì – venerdì 9.00-18.00 Servizio protocollo L’igumeno Teofan (Lukjanov) Capo del servizio protocollo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca Dall’8 dicembre 2020 membro della Commisione per lo sviluppo dei pellegrinaggi della Chiesa ortodossa russa Telefono: +7 495 955 67 51 Orario: lunedì – venerdì 9.00-18.00 Commenti

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Accettare Il sito utilizza i cookie per aiutarvi a visualizzare le informazioni più aggiornate. Continuando ad utilizzare il sito, l " utente acconsente all " uso dei metadati e dei cookie. Gestione dei cookie Il metropolita Hilarion: il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne difende le sacre frontiere della nostra Chiesa Durante una trasmissione del programma “La Chiesa e il mondo” il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca metropolita Hilarion di Volokolamsk ha raccontato del lavoro di codesta istituzione sinodale che ha compiuto 75 anni. Soffermandosi sulla storia del Decr, il metropolita ha osservato che il Dipartimento è stato istituito nel 1946, “quando la Chiesa si stava ancora riprendendo dopo i due decenni delle persecuzioni crudelissime e della guerra, quando tutto il nostro paese risorgeva dalle ceneri dopo i quattro anni di guerra”. Lo scopo dell’istituzione del Dipartimento era stabilire i contatti con altre confessioni cristiane, altre religioni e anche con i compatrioti all’estero. “Allora era un’istituzione piccola in cui lavoravano pochi addetti, ma pian piano cresceva”, ha raccontato il metropolita, “Per circa 20 anni il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne è stato presieduto l’attuale Primate della Chiesa ortodossa russa, e da 12 anni il presidente del Dipartimente sono io”. Il Decr viene di solito chiamato “il ministero degli esteri ecclesiastico”, però, come ha sottolineato il metropolita Hilarion, attualmente nella attività di questa istituzione ci si vedono degli accenti particolari. “Ci occuppiamo sempre di più della difesa delle sacre frontiere della nostra Chiesa”, ha constatato Sua Eminenza. “Nella situazione geopolitica odierna le stesse forze che agiscono contro la Russia, agiscono anche contro la Chiesa ortodossa russa. Lavorano per indebolire, dividere la Chiesa, per separarne quelle parti storiche, le quali indissolubilmente legate ad essa, per esempio, la Chiesa ortodossa ucraina”, ha detto il presidente del Decr, constatando che con questa lotta sono collegati gli eventi principali che si svolgono nei nostri tempi nella sfera dei rapporti inter-ortodossi. “Perciò da un dipartimento della diplomazia ecclesiastica negli ultimi anni ci siamo purtroppo trasformati in un dipartimento della difesa ecclesiastica”, ha osservato il metropolita Hilarion, “Difendiamo quel patrimonio che abbiamo ereditato dai nostri antenati da più di dieci secoli dell’esistenza della nostra Chiesa. Siamo convinti che nessuno ha il diritto di depredare questa eredità, come cercano di fare i nostri nemici”. Stampa la pubblicazione Condividere: Page is available in the following languages Commenti

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Accettare Il sito utilizza i cookie per aiutarvi a visualizzare le informazioni più aggiornate. Continuando ad utilizzare il sito, l " utente acconsente all " uso dei metadati e dei cookie. Gestione dei cookie Il presidente del Decr ha partecipato al Summit dei leader religiosi a Roma dedicato al tema di cambiamento climatico Il 4 ottobre 2021, sulla benedizione di Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca metropolita Hilarion di Volokolamsk ha partecipato al Summit dei leader religiosi a Roma, che precede la 26-ma sessione della Conferenza dell’ONU per il cambiamento climatico. All’evento, organizzato dalle ambasciate della Gran Bretagna e dell’Italia presso la Santa Sede, erano presenti i capi e rappresentanti delle Chiese cristiane, delle religioni mondiali e del corpo diplomatico. Con gli appelli ai partecipanti si sono rivolti, fra gli altri, Papa Francesco, il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, l’imam supremo dell’Università Al-Azhar (Egitto) Ahmad Muhammed at-Tajeb, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese ad interim arciprete Ioan Sauca, il ministro degli esteri dell’Italia Luigi Di Majo, il presidente della s6-ma sessione della Conferenza dell’ONU per il cambiamento climatico Alok Sharma. Salutando i partecipanti a nome di Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, il metropolita Hilarion ha sottolineato che, in accordo con il documento “La posizione della Chiesa ortodossa russa sui problemi ecologici attuali” approvato dal Concilio dei vescovi del 2013, la Chiesa russa “ritiene il suo dovere contribuire a rafforzare nelle persone appartenenti a diverse comunità sociali, etnoculturali, professionali e di età il senso di responsabilità solidale per la sicurezza della creazione di Dio e sostenere il loro lavoro in questa direzione”. Secondo il metropolita, la situazione ecologica attuale è causata dal desiderio di alcuni di arricchirsi a spese di altri e dall’arricchimento ingiusto. Il presidente del Decr ha chiamato i leader religiosi a prendersi la responsabilità per il presente e il futuro dell’umanità, lavorando per il mantenimento del pianeta e la prevenzione della catastrofe ecologica globale. Stampa la pubblicazione Condividere: Page is available in the following languages Commenti

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Con loro grande dispiacere, i membri del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa hanno affermato che le suddette risoluzioni del Sinodo della Chiesa Ortodossa Rumena sono in diretta violazione dei sacri canoni, in particolare dei Canoni Apostolici 11, 12, 31, 32 , Canone 2 del Secondo Concilio Ecumenico; Canoni 5, 8 del Terzo Concilio Ecumenico; Canone 13 del IV Concilio Ecumenico; Canone 17 del Concilio Quinisesto (in Trullo); e Canoni 13, 22 del Concilio di Antiochia. Avendo espresso forte disaccordo con le suddette risoluzioni, il Sinodo della Chiesa russa ha avvertito che la loro ulteriore applicazione avrebbe inevitabilmente gravi conseguenze per le relazioni bilaterali tra le Chiese ortodosse russa e romena e per l " unità della Chiesa ortodossa nel suo insieme. Come è stato anche notato, “i chierici ortodossi romeni… che ritornano nella metropolia di Bessarabia”, menzionati dal Sinodo della Chiesa ortodossa romena, in realtà non sono mai stati suoi chierici, né appartengono al Patriarcato rumeno. Sono stati ordinati nella Chiesa ortodossa russa e sono stati puniti per aver violato il giuramento sacerdotale e per altri crimini canonici, non ultimo “a causa della loro appartenenza alla Chiesa ortodossa romena”, alla quale non possono appartenere poiché non hanno lettere di rilascio. Come hanno sottolineato anche i partecipanti alla riunione, il canone 17 del Concilio di Trullo prevede che «nessun chierico, di qualunque grado sia, avrà potere, senza lettere dimissorie del proprio vescovo, di essere iscritto nell " elenco dei chierici di un altra Chiesa " . Il Concilio afferma anche che “chi in futuro non avrà osservato questa regola… sia deposto insieme a colui che lo ha accolto”. Il Sinodo ha incaricato il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, il metropolita Antonij di Volokolamsk, di esaminare più da vicino l " operato del Patriarcato rumeno e di sottoporre a tempo debito i suoi suggerimenti al riguardo all " esame del Santo Sinodo.

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dal Consiglio episcopale nel 2004, che ha espresso la sua preoccupazione per i “tentativi di espandere le attività della ‘Metropoli di Bessarabia’ oltre la Moldavia, il che non può che aumentare la tensione inter-ecclesiale esistente”; nella risoluzione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa del 7 novembre 2007 (Verbale n. 108) giunta in risposta all " istituzione delle diocesi all " interno della “Metropoli di Bessarabia” nel territorio della Repubblica di Moldavia e Ucraina con centri nelle città di Bli, Cantemir e Dubsari indipendentemente dal fatto che quei territori avevano già vescovi ortodossi legittimamente consacrati e i nomi di quelle città facevano parte dei titoli dei vescovi diocesani della Chiesa ortodossa di Moldavia. Nel suo comunicato del 7 novembre 2007, il Sinodo della Chiesa russa ha inoltre sottolineato che la diocesi della Bessarabia meridionale comprende “ " l " ex diocesi di Bilhorod-Dnistrovskyi e Izmail " – l " area che fa parte della Chiesa ortodossa ucraina e ha i suoi vescovi i cui titoli contengono i nomi di quelle città;” dal Concilio dei vescovi del 2008, che esprimeva preoccupazione per le azioni unilaterali del Patriarcato rumeno che hanno minato i principi tradizionali alla base dei rapporti tra le Chiese ortodosse e messo a repentaglio l’unità ortodossa in generale. Il 25 ottobre 2023, il Sinodo della Chiesa Ortodossa di Moldova (Verbale n. 11) ha destituito sei chierici che senza permesso erano entrati nella “Metropoli di Bessarabia” del Patriarcato rumeno e erano stati ricevuti senza lettere canoniche di rilascio. La decisione si è basata sulle seguenti norme canoniche: Canoni Apostolici 12, 15, 32, 33; Canoni 11, 13, 20, 23 del Quarto Concilio Ecumenico; Canone 17 del Concilio in Trullo; Canoni 3, 6, 7, 8, 11 del Concilio di Antiochia; Canoni 41, 42 del Concilio di Laodicea; Canone 9 del Concilio di Sardica; Canoni 23, 106 del Concilio di Cartagine; Canoni 15, 16 del Primo Concilio Ecumenico. Diversi altri chierici della Chiesa ortodossa di Moldavia che si sono poi trasferiti senza permesso nella “Metropoli di Bessarabia” sono stati sospesi dal servizio in attesa della loro penitenza.

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Infine, nell’aprile 2017 sotto l’egida del Consiglio presidenziale per la cooperazione con le istituzioni religiose è stato istituito un gruppo di lavoro di cui fanno parte delegati di confessione cristiana e musulmana. Tra le sue attività la raccolta di generi di prima necessità e medicine che in giugno sono stati inviati in Siria. Tutti i partecipanti al progetto intendono continuarlo nel prossimo futuro. Tornando ai rapporti tra cattolici e ortodossi, qual è a suo avviso il più grande ostacolo che ancora si pone tra le due Chiese? La questione più delicata nelle relazioni tra le nostre Chiese è l’”unia”, che da secoli danneggia pesantemente i rapporti tra ortodossi e cattolici (si definiscono uniate le chiese orientali con rito proprio che, in età moderna, ristabilirono la comunione con la Chiesa di Roma, ndr). Nella dichiarazione comune di Papa Francesco e del Patriarca Kirill si sottolinea che «il metodo dell’uniatismo del passato, inteso come unione di una comunità all’altra, staccandola dalla sua Chiesa, non è un modo che permette di ristabilire l’unità». Oggi è possibile osservare le conseguenze devastanti dell’unia per l’Ortodossia nelle azioni provocatorie e aggressive della Chiesa greco-cattolica ucraina, cresciute di intensità dopo i fatti di Kiev del febbraio 2014. Negli ultimi anni abbiamo ascoltato dalla dirigenza uniate una gran quantità di dichiarazioni politicizzate e aggressive, offensive nei confronti della Chiesa ortodossa russa e del suo Rappresentante. Assistiamo a un’espansione del proselitismo, che si manifesta nella formazione di nuove strutture canoniche della Chiesa greco-cattolica ucraina nelle terre tradizionalmente ortodosse nel Sud e nell’Est dell’Ucraina. Ci sono stati chiari inviti alla violenza e tentativi di esproprio di chiese ortodosse da parte degli uniati. Questi attacchi non possono certo aiutare la comprensione e la fiducia tra la Chiesa ortodossa russa e quella cattolica romana. E tuttavia non perdiamo la speranza di poter trovare in futuro una soluzione a questi gravi problemi. Siamo anche riconoscenti a Papa Francesco per la comprensione che ha della posizione del Patriarcato, e la sua disponibilità a una collaborazione costruttiva.

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Jb. 1887. Bd. 8. S. 609-628; Rossi L. Niccolò V e le potenze d " Italia dal maggio 1447 al dicembre 1451//Rivista di Scienze storiche. Pavia, 1906. Vol. 3. Pt. 1. P. 241-262, 392-429; Pt. 2. P. 22-37, 177-194, 225-232, 329-355, 385-406; 1907. Vol. 4. Pt. 1. P. 53-61; Pleyer K. Die Politik Nikolaus V. Stuttg., 1927; Dykmans M. Le cérémonial de Nicolas V//RHE. 1968. Vol. 63. P. 365-378, 785-825; Toews J. B. Formative Forces in the Pontificate of Nicholas V, 1447-1455//CathHR. 1968. Vol. 54. N 2. P. 261-284; Vasoli C. Profilo di un papa umanista: Tommaso Parentucelli// Idem. Studi sulla cultura del Rinascimento. Manduria, 1968. P. 69-121; Manfredi A. I codici latini di Niccolò V: Edizione degli inventari e identificazione dei manoscritti. Vat., 1994; idem. Per la biblioteca di Tommaso Parentucelli negli anni del Concilio Fiorentino//Firenze e il Concilio del 1439: Convegno di studi, Firenze 29 nov.- 2 dic. 1989/A cura di P. Viti. Firenze, 1994. Vol. 2. P. 649-712; Brandm ü ller W. Die Reaktion Nikolaus " V. auf den Fall von Konstantinopel//RQS. 1995. Bd. 90. S. 1-22; Bonfigli C. Niccolò V: Papa della rinascenza. R., 1997; Coluccia G. L. Niccolò V umanista: Papa e riformatore: Renovatio politica e morale. Venezia, 1998; Benelli G. Papa Niccolò V umanista illuminato//La Casana. Genova, 1999. Vol. 41. N 1. P. 24-31; Miglio M. Niccolò V//Enciclopedia dei Papi. R., 2000. Vol. 2. P. 644-658; idem. La storiografia su Niccolò V//Atti delle Giornate di Studio Papato, Stati Regionali e Lunigiana nell " Età di Niccolò V. La Spezia, 2004. P. 21-32; Niccolò V nel sesto centenario della nascita: Atti del Convegno intern. di studi, Sarzana, 8-10 ottobre 1998/A cura di F. Bonatti, A. Manfredi. Vat., 2000; Albanese M. Gli storici classici nella biblioteca latina di Niccolò V: Con trascrizione e commento degli interventi autografi di Tommaso Parentucelli. R., 2003; Chittolini G. Niccolò V e l " Italia a mezzo del Quattrocento//Atti delle Giornate di Studio Papato, Stati Regionali e Lunigiana nell " Ета di Niccolò V.

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Accettare Il sito utilizza i cookie per aiutarvi a visualizzare le informazioni più aggiornate. Continuando ad utilizzare il sito, l " utente acconsente all " uso dei metadati e dei cookie. Gestione dei cookie IL METROPOLITA HILARION PARLA AL SOLE 24 ORE Nell’intervista concessa al Sole 24 Ore, Hilarion mette l’accento sul cammino compiuto dalle due Chiese dopo l’incontro a Cuba, e sulla necessità di collaborare per la soluzione delle grandi crisi in cui si dibatte il mondo, in particolare il dramma dei cristiani in Medio Oriente. Proprio come aveva detto Pietro Parolin nell’intervista pubblicata nel luglio scorso sul Sole 24 Ore : «La questione della pace e della ricerca di soluzione alle varie crisi in corso dovrebbe essere posta al di sopra di qualsiasi interesse nazionale o comunque parziale». Eminenza, il 27 luglio scorso il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha detto che la sfida di oggi, mentre vediamo sottolineate le differenze tra Europa occidentale e Russia, tra Russia e Stati Uniti, è «contribuire a una migliore comprensione reciproca», e costruire un dialogo aperto e rispettoso. Qual è il suo pensiero? Come valuta i progressi compiuti nel dialogo tra cattolici e ortodossi? Non si possono non condividere le parole del cardinale Parolin sulla necessità di costruire un dialogo aperto e franco sia tra le Chiese che tra Stati. E sono lieto di far notare che negli ultimi dieci anni è stato realizzato un progresso significativo tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana, così come tra la Russia e la Santa Sede. La collaborazione bilaterale tra le nostre Chiese si snoda in diversi campi. È divenuta possibile grazie a una consapevolezza sempre maggiore di quanto ci unisce la tradizione spirituale del primo millennio della cristianità. Il richiamo a questa comune tradizione si riflette nella vicinanza tra le due Chiese sulle questioni più attuali del nostro tempo, legate prima di tutto alla crisi dei valori spirituali e all’esclusione della religione dalla sfera della vita sociale nei Paesi occidentali. Negli ultimi anni, purtroppo, è diventato sempre più attuale il problema della persecuzione e discriminazione dei cristiani a opera di estremisti in diverse regioni del mondo. Un problema che preoccupa profondamente tanto la Chiesa ortodossa russa quanto la Santa Sede, e che ci spinge a unire le forze alla ricerca di una soluzione.

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