Arhiva A avut loc întâlnirea Sanctitii Sale Patriarhul Chiril cu Preafericitul Patriarh al Alexandriei Teodor Видео: Роман Самсонов, Лев Брусенцов. Звук: Александр Бригадов. 19 noiembrie 2016 23:13 La 19 noiembrie 2016 Sanctitatea Sa Patriarhul Moscovei i al întregii Rusii Chiril  s-a întâlnit cu Preafericitului Patriarh al Alexandriei i al întregii Africi Teodor, care a sosit în hotarele Bisericii Ruse pentru participarea la solemnitile cu prilejul aniversrii a 70 de ani din ziua naterii Întâistttorului Bisericii Ortodoxe Ruse. În cuvântul su de salut Sanctitatea Sa Patriarhul Chiril i-a mulumit Întâistttorului Bisericii Ortodoxe a Alexandriei i membrilor delegaiei ce îl însoete, sosii la srbtorirea datei importante pentru el. „Suntem întotdeauna bucuroi s v vedem, Preafericirea Voastr”, a continuat Sanctitatea Sa. „Ne amintim de vizita Dumneavoastr efectuat la Biserica Rus i în special ultima vizit când ai fost la Solovki, Irkutsk, Ekaterinburg. Ai vizitat locuri unde pân atunci nu a fost nici un Întâistttor, cu excepia Întâistttorului Bisericii Ortodoxe Ruse”. Menionând c vizita Preafericitului Teodor a fost o mare bucurie pentru muli oameni, Sanctitatea Sa Patriarhul Moscovei i al întregii Rusii Chiril a spus: „Probabil c suntei unicul Întâistttor al Bisericilor Ortodoxe Locale care cltorete prin Rusia ca pelerin, vizitând diferite locuri sfinte. Acest fapt mrturisete despre dragostea pe care o nutrii fa de Rusia i despre faptul c suntei legat de ara noastr, de poporul nostru, de Biserica noastr înc de pe timpul slujirii Dumneavoastr în calitate de reprezentant al Bisericii Ortodoxe a Alexandriei”. Cârmuind actualmente Biserica Ortodox a Alexandriei care îi extinde jurisdicia sa peste toate rile Africii, Preafericitului Patriarh Teodor întreprinde multe cltorii de misionarism pe continentul African, a constatat Sanctitatea Sa, subliniind: „Noi vedem rezultatele acestei misiuni: sunt deschise noi parohii, sunt create noi mitropolii, noi eparhii. Aceast activitate de misionarism se desfoar nu în rândul europenilor, care locuiesc pe continentul African fie permanent, fie provizoriu, dar în rândul locuitorilor locali, ceea ce e deosebit de  valoros”.

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- Le dichiarazioni di Sua Santità il Patriarca Kirill riflettono la posizione della Chiesa ortodossa russa, secondo cui l " ordine del giorno del Concilio Pan-ortodosso deve essere integrato con temi di attualità per la società di oggi, che richiedono una risposta da parte del mondo ortodosso. Inoltre, vi è una lista di dieci temi su cui le Chiese ortodosse locali hanno elaborato dei documenti durante i molti anni di lavoro preparatorio pre-conciliare. Su otto di questi temi tutte le Chiese locali hanno già raggiunto l " unanimità e, dopo qualche perfezionamento, questi documenti saranno sottoposti al Concilio. Tra di essi c " è anche il tema della posizione della Chiesa ortodossa riguardo al proseguimento del dialogo con le altre confessioni cristiane, tra cui il cattolicesimo.   - Perché questo Concilio è necessario e perché proprio ora? - Lo stabilimento di meccanismi conciliari a livello pan-ortodosso è necessario a tutte le Chiese locali. Questa necessità ha motivato la partecipazione delle Chiese locali alla preparazione del Concilio, che ha avuto inizio nel 1961 con la Conferenza pan-ortodossa di Rodi. Ora, questo lungo lavoro preparatorio si avvicina al completamento, ed è previsto che il Concilio sia convocato nel 2016, se circostanze impreviste non lo impediranno.   - La politica della Russia in Ucraina ha provocato una grave protesta in Occidente. Qual è la posizione della Chiesa ortodossa? La politica dell " Occidente su questo problema è sbagliata? - La Chiesa ortodossa russa comprende russi, ucraini, bielorussi e persone di molte altre nazionalità. L " unità spirituale delle nostre nazioni ha resistito alla prova del tempo per secoli. Difficile che l " attuale crisi politica in Ucraina possa cambiare nulla in questo senso. La posizione della Chiesa ortodossa russa non può essere condizionata da una qualche linea politica particolare: infatti, i fedeli della nostra Chiesa hanno opinioni politiche diverse e sono cittadini di stati diversi. Più ci avviciniamo a Dio, e più siamo vicini gli uni agli altri: la fede in Cristo e l " amore per Cristo non dividono, ma uniscono. Noi non abbiamo mai diviso il gregge dei nostri fedeli secondo criteri di nazionalità.

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– Il fatto che la diocesi sia effettivamente situata in due paesi crea alcune difficoltà. Per ovvie ragioni non possiamo tenere un " assemblea generale o un servizio generale. Ma il fatto che in questi paesi esista una sola diocesi della Chiesa ortodossa russa è una prova visibile che essa è stata creata per l’unico popolo, e parla anche della missione di mantenimento della pace che la nostra diocesi può svolgere nella penisola coreana. Per quanto riguarda le attività della Chiesa ortodossa russa, le autorità locali di entrambi i Paesi non creano ostacoli al nostro ministero. – Parliamo un po’ delle parrocchie. Quanti sacerdoti ci sono adesso nella diocesi e chi sono, dove hanno studiato? Approssimativamente quanti parrocchianici sono e quali sono le tendenze demografiche? - C " è una parrocchia nella Repubblica Popolare Democratica di Corea - la Chiesa della Santissima Trinità a Pyongyang, e nella Repubblica di Corea ci sono due parrocchie: a Seul e Busan. Diversi sacerdoti della chiesa di Pyongyang hanno ricevuto la formazione teologica nelle scuole teologiche della Chiesa ortodossa russa in Russia. Attualmente c " è uno ieromonaco in servizio in Corea del Sud, padre Pavel Choi, e un ierodiacono. Padre Pavel ha studiato teologia presso l " Accademia Teologica di San Pietroburgo. La comunità della parrocchia della Resurrezione a Seul conta circa 100 parrocchiani, a Busan ci sono circa 40 persone. Questi dati non includono le persone che vivono in Corea e, per vari motivi, visitano le celebrazioni molto raramente: qualcuno vive lontano, qualcuno non può venire regolarmente per motivi di lavoro, e ci sono molti casi simili in Corea. La maggior parte dei parrocchiani sono cittadini russofoni di diversi paesi della Comunità degli Stati Indipendenti, ma tra questi ci sono il 20-30% di coreani locali, così come altri stranieri provenienti da diversi paesi. – Come i coreani locali si convertono all’Ortodossia? Quanto spesso accade? Ci sono attività missionarie in corso? – Ciascuno dei nostri parrocchiani coreani ha trovato un proprio modo unico di conoscere la fede ortodossa. C " è una persona che era interessata a studiare la storia della Russia, e poi si è interessata all " Ortodossia, uno dei nostri parrocchiani ha letto diversi libri famosi di F.M. Dostoevskij e si è reso conto della profondità della tradizione ortodossa, c " è chi ha conosciuto la letteratura spirituale in coreano, e qualcuno è venuto nella Chiesa grazie ai suoi amici o ai coniugi di lingua russa. Il nostro lavoro missionario è limitato dalle nostre forze e capacità, intendo le risorse umane. Fondamentalmente, cerchiamo di condividere informazioni sull " Ortodossia attraverso i social network.

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Una valutazione dello stato attuale del dialogo cattolico-ortodosso, tuttavia, indica chiaramente che la maggior parte dei rappresentanti ortodossi concordano con le polemiche contro papato, durate un intero millennio, piuttosto che con l " opinione espressa da padre Alexander Schmemann. L " idea che la Chiesa universale necessiti di un gerarca supremo è stata affrontata da diversi punti di vista nel corso degli ultimi cinquant " anni; ma invariabilmente gli ortodossi sono concordi nel pensare che il primato, così come è espresso nella tradizione occidentale, era e rimane estraneo al cristianesimo orientale. In altre parole, gli ortodossi non sono disposti ad accettare il papismo, in qualsivoglia forma, anche se diverse voci richiedono l " adozione di una struttura più centralizzata a livello universale. Che tipo di primato universale è, quindi, accettabile per gli ortodossi e come, in assenza del Vescovo di Roma, questo primato è esercitato nella Chiesa ortodossa? La posizione ufficiale del Patriarcato di Mosca è piuttosto concisa su questo punto: “Il primato nella Chiesa ortodossa universale, che è per sua stessa natura un primato d " onore, e non di potere, è molto importante per la testimonianza ortodossa nel mondo moderno. La sede patriarcale di Costantinopoli gode di un primato d " onore, sulla base dei sacri dittici riconosciuti da tutte le Chiese ortodosse locali. Il contenuto di questo primato è definito dal consenso delle Chiese ortodosse locali, che si esprime in particolare in occasione delle conferenze pan-ortodosse per la preparazione del Grande e Santo Concilio della Chiesa ortodossa. Nell " esercizio del suo primato, il Primate della Chiesa di Costantinopoli può proporre iniziative a livello pan-ortodosso e rivolgersi al mondo esterno a nome della pienezza dell’Ortodossia, a condizione che egli sia autorizzato a farlo da tutte le Chiese ortodosse locali” Dopo la sua pubblicazione, il documento di Mosca ha provocato la reazione emotiva di alcuni gerarchi ortodossi. In particolare, il metropolita Elpidophoros di Bursa ha scritto un articolo intitolato “Primus sine paribus”. In esso egli critica il documento di Mosca che, a suo avviso, trasformerebbe il primato “in qualcosa di esterno e quindi estraneo alla persona del primo gerarca”. Per evitare ciò, egli propone che si consideri qualsiasi istituzione ecclesiastica come “sempre ipostatizzata in una persona” e che la fonte del primato a tutti e tre i livelli di organizzazione della chiesa è il primo gerarca in se stesso Per la prima volta un gerarca ortodosso ha affermato senza mezzi termini che il Patriarca ecumenico non è primus inter pares , ma primus sine paribus . Vale a dire, come il papa in Occidente, egli è al di sopra di tutti gli altri primati delle Chiese ortodosse locali. Tale posizione sicuramente suona come un tentativo di impiantare l’ecclesiologia cattolica romana in suolo ortodosso.

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Il Patriarca Nicola VI (1968 – 1986) ha continuato l’opera del suo predecessore ed ha fondato due nuove metropolie: una in Sudafrica (Città del Capo) e una in Zimbabwe. Un passo importante è la consacrazione dei rappresentanti dei popoli africani come vescovi e metropoliti. Questo fatto ha conferito alla missione del Patriarcato una dimensione ancora più grande. La missione ha avuto il successo non solo grazie all’abnegazione dei predicatori, ma anche all’aiuto disinteressato dei semplici fedeli. Ecco solo due casi esemplari di molti simili. Con gli sforzi di una piccola diocesi di Filippi (Chiesa ortodossa di Grecia) in Uganda vengono edificati un ospedale, tre chiese e una scuola. Gli abitanti della città d’Itea (la popolazione è meno di 5 mila) hanno raccolto più di 2 tonnellate di vestiti per la missione ed hanno spedito qualche centinaio delle croci del seno in Madagascar. Oggi la missione ortodossa in Africa continua a svilupparsi in vari paesi: Kenya, Uganda, Tanzania, Camerun, Ciad, Nigeria, Zimbabwe, Madagascar.  In maggior parte i missionari cristiani, quelli ortodossi compresi, guardano condiscendenti al fatto che i neofiti introducono alcuni elementi sostanziali delle culture locali nella vita della Chiesa. Diamo la parola ad un missionario cattolico dall’America Latina (la situazione in Africa è uguale): “Dal cattolicesimo ci hanno preso poco... Gli indigeni venerano Cristo in una maniera particolare... Permetto ai miei parrocchiani di fare riti di purificazione, accendere aromi e fumigare la chiesa. I miei indigeni si inchinano ai quattro lati del mondo, offrono la frutta a Dio e danzano in chiesa. Anch’io ballo con loro”. Certo, per i missionari ortodossi un tale approccio radicale non è caratteristico. Ma alcuni di loro sostengono la così detta “inculturazione” e permettono agli africani di ballare dopo la liturgia e introdurre degli elementi delle loro culture nel cristianesimo. In questa sede raccontiamo di un approccio alla predicazione dell’Ortodossia completamente diverso: si tratta di un progetto missionario unico in Congo (l’ex-Repubblica dello Zaire). È stato iniziato dal monaco athonita Cosma (al secolo Giovanni Aslanidis). Le condizioni in questa regione africana sembravano massimamente sfavorevoli per l’Ortodossia. Gli abitanti locali consideravano il colore nero un foriero di sfortunio, e padre Cosma era sempre in abito nero. Le liturgie ortodosse statiche sembravano incompatibili con l’anima africana abituata ai balli e riti chiassosi. Ciononostante, Cosma Aslanidis non accettava nessun compromesso e non cercava di adattare l’Ortodossia alle condizioni locali. Egli trasmetteva la fede ortodossa nella sua variante rigorosa, “monastica”, e inaspettatamente ha avuto successo.

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– Come si sta sviluppando il ministero della Chiesa ortodossa russa in Corea? Quali sono i risultati, i piani, quale sarebbe la sfida principale? – La diocesi coreana della Chiesa ortodossa russa è stata fondata relativamente di recente, nel 2019. In effetti, l’apertura della diocesi nella penisola coreana rappresenta la rinascita della Missione ecclesiastica russa in Corea, che operò in Corea dal 1900 al 1949. Nel 2006 è stato consacrata una cattedrale della Chiesa ortodossa russa nella capitale della Repubblica Popolare Democratica di Corea, Pyongyang, e nel 2019 sono state fondate parrocchie in Corea del Sud. Le nostre parrocchie uniscono principalmente cittadini di lingua russa provenienti da diversi Paesi, ma ci sono residenti locali, nonché parrocchiani di paesi anglofoni. Il primo compito dopo l " apertura di nuove parrocchie è stato quello di organizzare la loro vita liturgica, fornire tutto il necessario: locali, addobi liturgici, preparare il clero. Adesso continuiamo tutto questo, ma devo dire che subito dopo l " apertura delle parrocchie, non solo noi, ma il mondo intero, abbiamo dovuto affrontare una nuova sfida della nostra epoca: la pandemia di Covid-19. Fino a poco tempo fa nel Paese vigevano misure restrittive piuttosto severe nei confronti delle organizzazioni religiose, che non permettevano di sviluppare la vita parrocchiale. Ora il periodo difficile causato dalla pandemia è finito e siamo tornati alla nostra consueta vita liturgica. Non molto tempo fa è stata completata la registrazione statale della nostra organizzazione religiosa, che ci consentirà di attuare i nostri piani su maggiore scala. Il problema principale che le nostre parrocchie devono affrontare ora è la mancanza di chiese, siamo costretti ad affittare locali per le celebrazioni e questo limita notevolmente le nostre opportunità di ulteriore sviluppo. – Secondo il sito web della diocesi, ci sono chiese sia nella Repubblica Popolare Democratica di Corea che nella Repubblica di Corea. In che modo ciò influisce sul ministero nella regione, quali opportunità offre? In che modo le autorità di questi Paesi percepiscono le attività della Chiesa ortodossa russa? Lei ha in qualche modo sentito le conseguenze del fatto che la Corea del Sud ora è inclusa nell " elenco dei Paesi ostili alla Federazione Russa?

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Il documento di Ravenna non fa menzione di alcuna differenza nell’ecclesiologia tra ortodossi e cattolici; in tal senso esso è fuorviante. Dopo aver parlato del modo in cui la Chiesa è organizzata amministrativamente nella tradizione occidentale e in quella orientale, il documento non menziona da nessuna parte che si tratta di due diversi modelli di amministrazione della Chiesa: uno centralizzato e basato sulla percezione della giurisdizione universale del Papa; l " altro decentrato e basato sulla nozione della comunione delle Chiese locali autocefale. Il documento di Ravenna tenta di presentare le strutture ecclesiali di entrambe le tradizioni, come quasi identiche a tutti e tre i livelli. Tuttavia, se esiste una notevole similarità riguardo al livello locale (diocesano), vi è però una differenza enorme tra Oriente e Occidente su come le strutture ecclesiali sono formate ai livelli regionale e universale. Nella tradizione ortodossa, a livello regionale, o meglio a livello di una Chiesa autocefala, c " è un sinodo e un primate con prerogative chiare. Nella Chiesa cattolica non c " è primato a livello regionale. Chi, per esempio, è il primate della Chiesa cattolica in Polonia? E " il metropolita di Gniezno, che ha il titolo onorifico di “primate”, ma non esercita alcun primato? O è il presidente della Conferenza episcopale, che cambia a rotazione ogni quattro anni? O è uno dei cardinali più anziani? In effetti, le Conferenze Episcopali cattoliche che sono state costituite di recente possono solo molto lontanamente essere confrontate ai Sinodi delle Chiese ortodosse locali. Vi è infatti un solo primato nella Chiesa cattolica, quello del papa. Questo primato si crede che sia istituito di jure divino e che proceda direttamente dal primato di San Pietro in seno al collegio degli apostoli. E’ il papa che conferma le decisioni dei concili, sia locali che universali, è lui che dà il proprio accordo ad ogni nomina episcopale e che incarna la pienezza del potere ecclesiale. Un tale primato non è mai esistito nella tradizione ortodossa, anche se c " è una taxis (ordine) stabilita, in base alla quale uno dei primati gode del primo posto.

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Nel 2005, come capo della delegazione della Chiesa ortodossa russa, ha preso parte all’intronizzazione del Patriarca di Gerusalemme Theophilos III. In qualità di presidente del DECR, a capo di varie delegazioni ufficiali, ha visitato tutte le Chiese ortodosse locali ed ha accompagnando Sua Santità il Patriarca Pimen e Sua Santità il Patriarca Alessio II durante i loro viaggi all " estero. Relazioni inter-cristiane, cooperazione Negli anni " 90 del XX secolo il metropolita Kirill e il DECR hanno sviluppato una nuova strategia per la costruzione dei rapporti con il mondo eterodosso, approvata dal Concilio giubilare dei vescovi del 2000. Il compito dei cristiani ortodossi è di ripristinare l " unità della Chiesa universale sulla base della verità intatta, cioè dell " Ortodossia. Il dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e gli eterodossi si basa su diversi principi. Il primo: lo studio di problemi di natura teologica, nell’ambito del quale la Chiesa ortodossa russa funge da custode della tradizione apostolica e patristica della Chiesa ortodossa, dell’insegnamento dei Concili ecumenici e locali. Il secondo: il lavoro congiunto nel campo del servizio sociale, dove quest’ultimo “non è in conflitto con la dottrina e la pratica spirituale ...  nelle forme che la Chiesa considera più appropriate per il momento " . Il terzo: il rifiuto incondizionato del proselitismo da parte delle confessioni tradizionali e opposizione all " attività missionaria delle sette. Negli anni 2000 l " accento principale veniva messo sulla testimonianza comune sui fondamenti cristiani della civiltà europea, costruzione della pace, tutela dei diritti dei cristiani e dei loro principi morali, ecc. Questi principi hanno determinato le multiformi attività teologiche e diplomatiche del DECR e del suo presidente nel dialogo con il mondo eterodosso sia nella forma dei rapporti bilaterali che nel lavoro delle organizzazioni inter-cristiane. L’intronizzazione patriarcale Il 5 dicembre 2008, il patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Alessio II, che ha guidato la Chiesa russa per oltre 18 anni, è morto all " età di 80 anni. L’elezione del metropolita Kirill a Locum tenens del trono patriarcale è stata dovuta anche alle sue attività in quanto presidente del DECR, alla supervisione personale degli indirizzi più difficili nei rapporti della Chiesa con il mondo esterno durante tutto il periodo del patriarcato di Sua Santità Alessio II.

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Il Patriarca Kirill si è riferito alla difficile situazione che vivono i cristiani in Medio Oriente: " Questa sofferenza è paragonabile alle sofferenze dei primi cristiani, che sono stati sottoposti a persecuzione da parte delle autorità pagane romane. Ma ci sono alcune differenze: i Romani non distruggevano le case, non distruggevano gli insediamenti, mentre gli attuali nemici del cristianesimo stanno distruggendo case e interi villaggi. Essi scacciano migliaia di cristiani dai luoghi in cui hanno sempre vissuto " . Il Patriarca Kirill ha espresso la propria costernazione e inquietudine per la sorte del metropolita della Chiesa Siro-Ortodossa Mar Gregorio Yohanna Ibrahim, che conosce personalmente da tanti anni. Mar Gregorio è stato rapito, assieme al metropolita di Aleppo della Chiesa ortodossa di Antiochia, da un gruppo di estremisti nord-est della Siria, e della sorte di entrambi da più di due anni non si ha alcuna notizia attendibile. Sua Santità il Primate della Chiesa Russa si è poi riferito alla sua visita in Siria e Libano nel novembre 2011, quando il conflitto era già iniziato. Allora egli si incontrò con i maggiori leader cristiani della regione che dicevano che il nascente conflitto avrebbe potuto comportare terribili sofferenze per mi cristiani locali. I leader delle varie Chiese presenti nella regione dicevano di sentirsi abbandonati dall’Occidente cristiano. Secondo Sua Santità, queste parole sono penetrate profondamente nel suo cuore, spingendolo a fare tutto il possibile per mobilitare le persone a proteggere e sostenere i cristiani del Medio Oriente. Dichiarazioni pubbliche sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente sono state rilasciate molte volte dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill ne ha parlato molto spesso durante numerosi incontri con capi di Stato e capi di organizzazioni internazionali, compresi i leader politici della Federazione Russa. Nel 2013, i Primati e i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, partecipando alla celebrazione del 1025 ° anniversario del Battesimo della Russia, si sono rivolti al presidente russo Vladimir Putin chiedendogli a fare tutto quanto in suo potere per porre fine alla persecuzione delle minoranze etniche e religiose in Medio Oriente.

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Secondo il comunicato stampa, " i leader religiosi e gli attivisti per i diritti umani hanno chiesto alle autorità ucraine e al presidente Zelenskyj di porre fine alle violazioni dei diritti dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina e si sono rivolti ai titolari del mandato speciale delle Nazioni Unite, all " Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e al Consiglio per i diritti umani dell’ONU con dichiarazioni sui fatti di violazione dei diritti di questa Chiesa " . Come è noto, i rappresentanti delle Nazioni Unite hanno già più volte richiamato l " attenzione sulla situazione critica e sulle violazioni dei diritti della Chiesa ortodossa ucraina. Pertanto, il 24 marzo 2023, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato un rapporto sulla libertà di religione in Ucraina per il periodo dal 1° agosto 2022 al 31 gennaio 2023, dedicando una sezione alla libertà di religione e alla discriminazione contro la Chiesa ortodossa ucraina. In particolare, vengono menzionate iniziative legislative volte alla sua proibizione, perquisizioni nei monasteri e in altri edifici ecclesiastici, interrogatori di sacerdoti, introduzione di sanzioni personali contro di loro, ecc. Anche il " Rapporto sulla situazione dei diritti umani in Ucraina, 1 agosto 2022 – 31 gennaio 2023 " menziona la discriminazione contro la Chiesa ortodossa ucraina. Nel rapporto " Revisione della situazione dei diritti umani in Ucraina " per il periodo dal 1° febbraio al 30 aprile 2023, l " Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha registrato un aumento del ricorso all " incitamento all " odio e alla violenza contro la Chiesa ortodossa ucraina, il divieto delle sue attività da parte di numerose autorità regionali e locali, l’annullamento dei contratti di locazione delle chiese, la persecuzione del clero. È stata espressa la preoccupazione che " l " impatto cumulativo delle azioni del governo dirette contro la Chiesa ortodossa ucraina possa essere discriminatorio " .

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